Tutti, almeno una volta dopo il lockdown, abbiamo effettuato il saluto con il gomito nei confronti di un amico o di una persona cara incontrati per strada. Rischiando. Sì, perché questo è ciò che sottolinea il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che nelle scorse ore ha rilanciato un tweet dell’economista Diana Ortega, che recita: “Salutando le persone, è meglio evitare di toccarsi con i gomiti, perché questo ti fa stare a meno di un metro di distanza dall’altro”. Fino ad oggi, a dire la verità, abbiamo visto questa nuova formula di saluto anche in televisione, da parte di Capi di Stato e politici, ma Ghebreyesus non si era detto favorevole a questa “moda” già nel mese di marzo, proprio per l’impossibilità di rispettare la distanza di sicurezza dall’altra persona. L’appello è dunque quello di ricorrere ad altre idee per salutarsi, magari rinunciando del tutto al contatto fisico e sollevando semplicemente una mano.



SALUTO CON IL GOMITO, L’OMS: “DA EVITARE”

L’economista Ortega, ritwittata proprio da Ghebreyesus, ha scritto che, in alternativa al saluto con il gomito, in questi giorni le piace mettersi “una mano sul cuore”, in un gesto che unisce sicurezza e cordialità. Come sottolinea invece “Il Fatto Quotidiano”, c’è chi ha optato per un provvedimento più severo, come il conservatorio di Sassari, che, attraverso un provvedimento ben definito, ha vietato esplicitamente questa “incauta nuova abitudine”, che non consente di “garantire la sicurezza sanitaria assoluta”. Lo stesso presidente, Ivano Iai, ha sottolineato sulle colonne de “La Stampa” che la moda del saluto con il gomito, “rapidamente diffusasi nei più disparati contesti sociali, viola il divieto di contatto fisico e avvicinamento interumano”. Inoltre, “le disposizioni comportamentali del governo raccomandano, l’impiego del gomito al fine di ostacolare l’irrorazione delle particelle di mucosa”. Dunque, “un uso parallelo e promiscuo dell’articolazione cubitale potrebbe costituire fonte di rischio e causa di contagio, in quanto non igienico né sicuro”.

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