AMANDA LEAR, LA ‘MUSA’ DI SALVADOR DALI’

Amanda Lear torna protagonista, seppure in seconda serata (ore 23.25) su Rai 2, con la riproposizione del documentario “Queen Lear” che il regista tedesco Gero von Boehm ha dedicato alla 83enne diva e poliedrica artista francese ma naturalizzata britannica: e in attesa di scoprire qualcosa di più sull’emozionante vita, anzi le tante vite, di questa attrice, modella, conduttrice tv, scrittrice e pure pittrice nata a Saigon nel 1939, riscopriamo una delle fasi più chiacchierate e interessanti dell’allora giovane Amanda Tapp, vale a dire la lunga relazione sentimentale e professionale con Salvador Dalí, di cui fu non solo la musa ma pure un’amante.



Come spesso ha avuto modo di raccontare la stessa Lear, tutto cominciò negli Anni Sessanta quando, giovanissima, intraprese la carriera di modella, ricercata da molti per quell’aspetto androgino ma pure affascinante su cui avrebbe poi ‘giocato’ molto. Fu in quell’ambiente che fece la conoscenza di uno dei massimi esponenti del surrealismo, l’eccentrico Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech (1904-1989) che la elesse a sua musa prediletta. All’epoca si parlò di un vero e proprio ‘matrimonio spirituale’ tra i due, con la Lear che fece scandalo accompagnando il pittore e la moglie Elena Dmitrievna D’jakonova, meglio conosciuta come Gala, un’altra delle modelle di Dalí e più anziana di lui di alcuni anni, nel corso dei loro viaggi in giro per l’Europa per quasi sedici anni. Mentre lo scultore e scrittore di Figueres le insegnava tutto sull’arte e sui salotti buoni tra Francia e Spagna, la consorte aveva ‘adottato’ la Lear condivideva con lei le sue passioni per l’arte, la musica e la fotografica.



AMANDA LEAR, “MENAGE CON DALI’ E GALA? UN MATRIMONIO SPIRITUALE”

Una delle loro prime uscite (con tanto di foto pubblicata da ‘el Mundo’) risale addirittura al 1963, quando Amanda Lear era solo 24enne mentre successivamente la diretta interessata diventatò la compagna ufficiale del pittore in pubblico. Da lì cominciò a posare per alcune opere del Maestro, tra cui “Venus to the Furs” e “Vogué”, prima di entrare nella sua vita e pure nel ménage di coppia. Pare che Dalí fosse ammaliato dalla sua fisicità particolare quasi mascolina e dalla sua magrezza, la chiamava “mi àngel” e diceva dia vere con lei una affinità che era quasi spirituale. Un rapporto poco convenzionale per l’epoca su cui la Lear ha spesso sdrammatizzato, stupendosi delle polemiche.



Ricorda la Lear: “La moglie Gala era più vecchia di lui e non le interessava più uscire con lui dopo 50 anni: lei era la mia migliore amica… E il nostro ménage-à-trois? Figurarsi, lo fanno tutti; dai re ai principi e perfino i Presidenti della Repubblica, e anche molti comuni mortali…” aveva detto ridimensionando la cosa e spiegando che quel matrimonio così spirituale con Dalí non si limitava certamente solo al sesso e alla bassa -e per certi versi codina- cronaca scandalistica che, a distanza di tanti decenni, non sembra cambiata nemmeno oggi. “Salvador era innamorato di sua moglie Gala ma amava anche me” ha rivelato in seguito, spiegando che l’ossessione del Maestro per il suo fisico azzerava i quasi quarant’anni di differenza tra di loro. “Nella nostra relazione a tre il sesso non c’entrava: noi avevamo un rapporto di sintonia totale, tra arte e amore spirituale”.