Un “documento segreto” per decidere chi salvare. Così Il Giornale ha parlato oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, di alcune linee guida che i medici del reparto di terapia intensiva degli ospedali dovrebbero seguire in situazioni estreme. Ma questo documento segreto non è, infatti si trova sul sito internet della Siiarti, la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva. Gli anestesisti e i rianimatori suggeriscono di porre dei limiti di età per la terapia intensiva, di riservare le risorse «a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone». Di conseguenza, va privilegiato chi ha maggiore speranza di vita. Ovviamente, non prima di aver compiuto ogni sforzo possibile per curare tutti i pazienti risultati positivi al Coronavirus. «È implicito che l’applicazione di criteri di razionamento è giustificabile soltanto dopo che da parte di tutti i soggetti coinvolti sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilità di risorse erogabili (nella fattispecie, letti di Terapia Intensiva) e dopo che è stata valutata ogni possibilità di trasferimento dei pazienti verso centri con maggiore disponibilità di risorse».



CORONAVIRUS, I CONSIGLI DI SIIART AD ANESTESISTI E RIANIMATORI

E infatti il Capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che è anche commissario per l’emergenza Coronavirus, ha annunciato in conferenza stampa che si sta lavorando per il trasferimento di alcuni pazienti verso altre regioni proprio per alleggerire le terapie intensive della Lombardia, che sono attualmente sotto pressione. Quelle di Siiarti sono comunque raccomandazioni, non direttive. Lo scopo è di «sollevare i clinici da una parte della responsabilità nelle scelte, che possono essere emotivamente gravose, compiute nei singoli casi e quello di rendere espliciti i criteri di allocazione delle risorse sanitarie in una condizione di una loro straordinaria scarsità». Queste linee guida, alla base del documento, traggono spunto dalla “medicina delle catastrofi”, che rientra nell’etica medica. Questo nuovo approccio comporta il non dover seguire un criterio di accesso alle cure intensive del tipo “first come, first served”, cioè curare chi primo arriva. E vanno valutate anche la presenza di comorbidità e lo status funzionale, in aggiunta all’età anagrafica. CLICCA QUI PER VISIONARE IL DOCUMENTO.

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