L’Unione Europea interviene nel salvataggio di Credit Suisse da parte di UBS, un’operazione che rischia di penalizzare gli obbligazionisti più ancora degli azionisti. Attraverso un comunicato congiunto, la Banca Centrale Europea e il meccanismo di vigilanza SSM, unitamente all’Autorità bancaria europea (Eba) e al Comitato di risoluzione unico (Single resolution board), le autorità europee hanno ribadito l’ordine in cui azionisti e obbligazionisti di una banca devono dare il proprio contributo all’assorbimento delle perdite nel caso di un salvataggio pubblico, proprio il caso di Credit Suisse.
L’operazione di salvataggio di Credit Suisse da parte di UBS, annunciata domenica, ha infatti portato all’azzeramento delle obbligazioni subordinate senza che però fossero prima azzerati i cosiddetti strumenti di capitale primari. Questa decisione ha fatto sì che gli azionisti non perdessero tutto, ma al contempo ha fatto sì che le Borse aprissero in rosso con un netto crollo delle quotazioni delle obbligazioni e delle azioni bancarie. Il metodo applicato in Svizzera ha dunque creato un’ondata di panico in Borsa, che è stata mitigata soltanto dal comunicato congiunto di BCE, Eba e Srb, che hanno definito la precisa gerarchia in vigore in Europa e assicurando che il metodo svizzero non sarà mai applicato in UE.
Credit Suisse, BCE ribadisce gerarchia degli interventi di crisi
Come si legge nella nota congiunta della Banca Centrale Europea, Eba e Srb, gli strumenti di capitale primario (CET1) sono “i primi ad assorbire le perdite e solo dopo il loro completo utilizzo si richiede la svalutazione” delle obbligazioni subordinate (AT1) in un approccio che “è stato costantemente applicato in passato e continuerà a guidare le azioni dell’Srb e della vigilanza bancaria negli interventi di crisi”. Al contrario, l’operazione UBS-CS ha azzerato le AT1 prima del CET1, scatenando il timore che le obbligazioni subordinate potessero valere meno dell’equity, come illustra Il Sole 24 Ore, e che quindi si rendesse necessario integrare il CET1 per sostituire gli strumenti AT1
Il tutto per evitare di ripetere il precedente di Santander-Banco Popular, dove l’equity e AT1 erano stati azzerati, il Tier 2 convertito in equity e infine acquisito da Santander per il prezzo simbolico di 1 euro. Un precedente che, come la vicenda di Credit Suisse, ha dovuto sostenere il costo dell’instabilità finanziaria.