A 29 anni dalla orrenda strage in Via d’Amelio, sul “Mattino di Napoli” parla Salvatore Borsellino, fratello minore del giudice assassinato da Cosa Nostra qualche mese dopo l’amico e collega Giovanni Falcone: per Borsellino jr l’occasione della commemorazione dell’attentato di Palermo vede porlo in aperta contrapposizione al candidato sindaco di Napoli per il Centrodestra, il magistrato Catello Maresca.



Scrive il fratello del giudice: «Maresca mi restituisca l’agenda rossa che gli regalai con dedica, non può difendere contemporaneamente i valori di Paolo Borsellino e quelli di Berlusconi». Il fondatore del Movimento delle Agende Rosse – l’arcinoto taccuino che teneva sempre con sé Paolo Borsellino e sulla quale si sono costruiti processi, accuse e depistaggi in questi 29 anni – non concepisce che un pm anti-camorra come Maresca possa ora essere il candidato di una città come Napoli assieme a Salvini, Meloni e soprattutto Silvio Berlusconi. Salvatore Borsellino racconta il retroscena dietro quell’agenda: in pratica in un evento pubblico nel 2012, Maresca gli chiese la simbolica tenda rossa, «gliene regalai una con dedica, ma ora vedo che Maresca ha deciso di candidarsi con Berlusconi. Non si può stare prima da una parte e poi dall’altra a seconda delle convenienze, ora la rivoglio indietro».



L’ATTACCO DI BORSELLINO JR AL CANDIDATO SINDACO DI NAPOLI

Borsellino jr accusa Maresca di tradimento, nonostante non sia così sconvolgente dal punto di vista politico: «la difesa che ha fatto su Berlusconi» (quando poche settimane fa disse che l’ex Cavaliere subì solo una condanna contestata tra l’altro presso la Corte Europea), «è in contrasto con i valori di mio fratello Paolo». I rapporti con Dell’Utri, l’infinito processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia, rappresentano i punti “dolenti” per i quali Berlusconi non può essere annoverato, secondo Salvatore Borsellino, tra le persone “rispettabili”. Nel giorno in cui si commemora la strage di Via D’Amelio, Catello Maresca ha scritto sui propri canali Facebook «Ricordo quei momenti. Ero giovane e pieno di speranze. Per la prima volta, ebbi orrore del mio Paese e di tutto il male che conteneva. Capii che solo il coraggio delle proprie idee può veramente contribuire a rendere migliore il mondo in cui viviamo. Da allora mi batto per questo, prima da magistrato ora da cittadino». Sentito poi dal “Mattino” lo stesso Maresca risponde in sostanza alle accuse lanciate da Borsellino: «i miei rapporti personali con Salvaore restano tali e ci sarà modo di parlarne, ma le polemiche a ridosso delle commemorazioni della morte di un grande errore e degli uomini della sua scorta, sono assolutamente fuori luogo. A questo gioco non mi presto».

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