Salvatore Buzzi è stato scarcerato dopo un anno poiché un provvedimento della Cassazione ha definito illegittimo l’ordine di esecuzione del suo arresto. Il ras delle coop romane, fermato nel corso della maxi indagine Mondo di Mezzo, avrebbe ancora una condanna di circa cinque anni da scontare, ma ha lasciato il penitenziario di Catanzaro. I difensori hanno ora circa 30 giorni di tempo per chiedere al Tribunale di sorveglianza di Roma l’esecuzione della pena con la misura alternativa dell’affidamento terapeutico.
L’arresto, come ricostruito da Il Fatto Quotidiano, era avvenuto per la prima volta il 3 dicembre 2014 nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale poiché Salvatore Buzzi era ritenuto a capo insieme a Massimo Carminati dell’organizzazione criminale di stampo mafioso che tesseva rapporti con uomini dell’imprenditoria, dell’amministrazione e della politica. Inizialmente la condanna fu di 19 anni, poi ridotta in Appello e in Cassazione. A dicembre 2019 aveva ottenuto la concessione degli arresti domiciliari e la libertà l’anno successivo per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Infine, nel 2021, con la conclusione del processo in Appello bis, la nuova condanna a 12 anni, confermata anche in Cassazione, e il nuovo arresto.
Salvatore Buzzi è stato scarcerato dopo un anno: la vicenda
Salvatore Buzzi è stato dunque scarcerato a distanza di poco più di un anno dall’ultimo arresto. I suoi difensori tuttavia dovranno convincere i giudici ad accettare una misura cautelare alternativa, anche in virtù delle condizioni fisiche del ras delle coop romane. “Salvatore sta bene, pur avendo diversi problemi di salute. Anche in questo caso chiediamo che innanzitutto si tenga conto di una persona anziana e non di un passato, su cui sta già lavorando la magistratura. Chi è garantista lo deve essere anche in questo caso. Siamo certi che alla fine la giustizia avrà il sopravvento”, ha affermato Umberto Baccolo, membro del direttivo dell’associazione nazionale ‘Nessuno Tocchi Caino’, intervistato dal quotidiano L’Identità.