“Era lo stesso sistema del Csm con le elezioni”. Così Salvatore Buzzi a Non è l’Arena descrive quello che accadeva tra gli imprenditori. “Ci mettevamo d’accordo. Come ha detto Davigo: le correnti della magistratura si sono messe d’accordo sul candidato. Un accordo tra competitors come quelli che facevo io”. Ma da Massimo Giletti ha parlato anche di Massimo Carminati: “Se non avessi fatto la gara con lui avrei perso l’appalto. Carminati nel 2011 era una persona rispettabilissima con conoscenze importanti. Io con Carminati sono andato a pranzo insieme a molti politici mai con criminali”. Salvatore Buzzi ha raccontato di aver conosciuto Carminati tramite Riccardo Mancini, amministratore delegato di Eur Spa dove dal 2000 la “29 giugno” faceva la manutenzione. “Mi viene presentato Carminati, che nel 2011 era una persona che aveva finito di scontare una pena per furto, me lo presentano come una persona inserita che voleva lavorare. Con lui abbiamo gestito due affari, all’Eur e al campo nomadi”. Ma Buzzi ha tirato in ballo anche l’epoca Marino: “Il consiglio comunale era pessimo, tutti ci chiedevano qualcosa”. Parole che imbarazzano il Pd. L’ex ras delle cooperative romane ha spiegato cosa accadeva nel 2014 a Roma, con Ignazio Marino sindaco: “Per esempio, assumere una ragazza. Un amante? Questo non lo so, diciamo una ragazza”. (agg. di Silvana Palazzo)
SALVATORE BUZZI, LA SUA VERITÀ SU MAFIA CAPITALE
Salvatore Buzzi, protagonista di Mafia Capitale, oggi ospite di Non è l’Arena di Massimo Giletti. Dopo sei anni di carcere, la maggior parte dei quali trascorsi in regime di 41 bis, quindi carcere duro, è tornato da qualche mese a piede libero in attesa del ricalcolo della pena. Se l’altro imputato eccellente, Massimo Carminati, preferisce non parlare dell’inchiesta “Mondo di Mezzo” che ha portato alla luce rapporti di corruzione, pressioni e influenze indebite tra politica e mondo dell’imprenditoria, Salvatore Buzzi vuole difendersi e rilanciare le accuse. Infatti, ha dato alle stampe il libro “Se questa è mafia”, in cui racconta la sua vicenda processuale, respingendo però l’accusa di essere mafioso. Accetta, dunque, la definizione di imprenditore spregiudicato, in grado di corrompere politici e funzionari, che si spartisce appalti e lotti, ma quella di mafioso proprio non l’accetta. E dunque l’intervista a La7 rappresenta per lui l’occasione di raccontare la sua verità alla luce di tutto quello che è successo in questi anni.
SALVATORE BUZZI, A LA7 SCOPPIA IL CASO INTERVISTA
Ma l’intervista di Salvatore Buzzi a Non è l’Arena di Massimo Giletti è già un caso ancor prima della messa in onda. Era infatti previsto che parlasse a Piazzapulita da Corrado Formigli, il quale sostiene di essersi poi rifiutato di ospitarlo perché “voleva essere pagato profumatamente”. Di parere opposto è invece Salvatore Buzzi, il quale sostiene di aver invece rifiutato Formigli. Per questo, e per il fatto che il giornalista si è arrabbiato, Giletti non lo pagherà più. “Ma io ci vado lo stesso da Giletti. Per fare un’opera di verità. E anche per fare un dispetto a Formigli”, ha dichiarato ieri nell’intervista rilasciata a Salvatore Merlo su Il Foglio. “Guarda che pure Formigli me pagava. Io non mi nascondo”. Infatti, sarebbe stato poi contattato dalla trasmissione per il compenso: “Quelli della produzione mi hanno offerto 500 euro. Ci ho pensato tutta la notte. E poi gli ho detto: ma annate a quel paese, per 500 euro me ne sto a casa mia”. Quindi, la trattativa è saltata, visto che lui chiedeva duemila euro. “Una miseria. euro. Una miseria. E Formigli fa il moralista dall’alto dei suoi quattrocentomila euro d’ingaggio dicendo che volevo essere pagato ‘profumatamente’. Duemila euro gli aveva chiesto”. Stasera però parlerà gratis da Giletti: “È un uomo libero. È uno che se La7 gli rompe le scatole prende e se ne va a Mediaset. Non è uno legato a catena come Formigli”.