A ‘Fuori dal Coro’ Mario Giordano intervista Salvatore Carollo, ex dirigente Eni, per domandargli quale sia la possibile soluzione alla carenza del gas in Italia. Il prezzo dell’energia e del gas sono cresciuti di 5 volte tra gennaio 2021 e aprile 2022. La causa principale di questo aumento esponenziale del prezzo è la tensione internazionale legata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Partiamo con alcuni dati: il flusso del gas richiesto dall’Italia alla Russia, nell’aprile 2021 era di 32 milioni, mentre ad aprile 2022 si è dimezzato passando alla cifra di 16 milioni.
Sono 76 miliardi i metri cubi di gas che l’Italia consuma ogni anno ma 73 miliardi li prendiamo dall’estero. Attualmente l’Italia sta stipulando accordi per fine 2023 con: Algeria, Egitto, Angola e Congo ma sarebbero, nella migliore delle ipotesi 18 i miliardi di metri cubi che riusciremmo a recuperare. In Italia ci sono, però, ben 752 pozzi di gas inattivi, circa il 10 percento si trovano in Emilia Romagna, a Spilamberto. Questi pozzi potrebbero colmare questo gap dovuto alla tragica situazione attuale.
Salvatore Carollo (ex Eni) “Sono solamente 1,8 miliardi i metri cubi rimasti”
Salvatore Carollo sostiene che: “Prima di cominciare a parlare di dove andare a cercare il gas, dobbiamo mettere al sicuro il nostro sistema di stoccaggio. L’Italia sta per finire le scorte. Sono solamente 1,8 miliardi i metri cubi rimasti e non si è ancora giunti ad una soluzione. Ad oggi abbiamo solo trattati di amicizia con gli altri paesi”.
“Solitamente, in questo momento dell’anno, comincia la campagna di ristoccaggio del gas, in modo da arrivare alla fine dell’estate con gli stoccaggi pieni. Ora questa cosa non sta succedendo, siamo terribilmente in ritardo“. Salvatore Carollo lancia l’allarme: “Gli operatori non vogliono correre il rischio di comprare il gas oggi, al prezzo attuale, per poi essere costretti a rivenderlo quest’inverno a prezzi più normali“.