Salvatore Esposito, colui che in Gomorra interpreta Genny Savastano, al Corriere della Sera racconta l’infanzia trascorsa in periferia dove, grazie al sostegno e agli insegnamenti della famiglia, ha rifiutato una vita come quella del personaggio che gli ha regalato il successo studiando e lavorando per avere una vita diversa. «Sono figlio di un barbiere e sono cresciuto a Mugnano, dove una volta ho assistito anche a una sparatoria. Con un morto. E sì perché ho avuto una famiglia che non mi ha mai lasciato solo», racconta al Corriere l’attore che ha anche scritto il suo primo romanzo dal titolo “Lo sciamano”. Il padre ha sempre lavorato duramente per non far mancare niente a Salvatore e agli altri due figli e la madre si è dedicata alla famiglia totalmente. Riuscire a restare fuori dal mondo difficile della periferia, tuttavia, non è stato facile.
Salvatore Esposito, però, racconta di aver detto “no” a chi aveva offerto “protezione” a lui e ai suoi amici. «Fummo avvicinati da un ragazzo un poco più grande che ci disse: se volete, vi proteggo io. Io risposi d’istinto: no. Così anche alcuni miei amici, mentre altri accettarono quella protezione. Non li ho più visti, so che alcuni non ci sono più», racconta l’attore.
Salvatore Esposito: “La mia famiglia mi ha sempre incoraggiato”
Salvatore Esposito, forte del sostegno della famiglia che lo ha sempre incoraggiato a studiare, è riuscito ad avere una vita diversa da quella del personaggio che interpreta in Gomorra. La famiglia è stata fondamentale per il percorso dell’attore a cui ripeteva che “il mondo non era il nostro condominio. Non è scontato quando nasci in certi posti: cresci con l’illusione che basti parlare in italiano. No, io ho imparato l’inglese, il francese e lo spagnolo. Il napoletano l’ho sempre coltivato. Così ho potuto recitare in francese con Luc Besson (nel film Taxi 5, ndr) e in inglese con i fratelli Coen”, racconta Esposito che, dopo gli studi e aver lavorato sei anni al McDonald’s ha deciso di trasferirsi a Roma per inseguire il sogno della recitazione potendo sempre contare sdull’appoggio incondizionato della sua famiglia.