L’attore Salvatore Esposito, ospite oggi di Mara Venier che ha ammesso di avere una grande empatia con lui. Avrebbe potuto fare qualunque altro mestiere ma lui ha deciso di fare l’attore. “Sin da bambino sono cresciuto con la passione e la voglia di creare storie e raccontare personaggi e in famiglia tutti lo sapevano ma a 24 anni è nata in me la voglia di non vivere di rimpianti”, ha raccontato Salvatore. Da qui la sua decisione di studiare recitazione, sempre supportato dalla famiglia. Non ha negato di aver avuto anche fortuna perché dopo la scuola di recitazione arrivò subito Gomorra.



Dopo un omaggio alla sua carriera Salvatore ha svelato di essere diventato una vera star anche all’estero. Un grande orgoglio per lui “portare la napoletanità nel mondo”, ha detto. In Francia ad esempio Gomorra ha avuto un grande successo. Adesso ha presentato Lo sciamano, il suo secondo libro, suo primo romanzo: “Nasce come una sceneggiatura”, ha detto, ma poi si è ritrovato a scrivere e sono venuti fuori molti dettagli facendolo diventare un romanzo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Salvatore Esposito oggi a Domenica In

Salvatore Esposito è uno degli ospiti della nuova puntata di Domenica in. In Gomorra, la serie Sky che racconta il mondo e le dinamiche criminali della mafia napoletana, Salvatore interpreta Genny Savastano, figlio di un boss della camorra e come tale pienamente immerso in quel contesto di morte a cui ormai non fa più caso. Per lui, infatti, è diventato normale assistere e in seguito compiere in prima persona delle vere e proprie carneficine, tanto quanto per Salvo era diventato ‘normale’ convivere col rumore degli spari e con quell’atmosfera poco rassicurante che si respira in certe periferie (di Napoli e non solo). “Giocavamo nelle stradine, nei cortiletti”, ricorda l’attore, nato e cresciuto a Mugnano. “Intorno a noi avveniva di tutto. Una volta sentimmo degli spari: scappammo e per un po’ non ci facemmo vedere. Poi tornammo e fummo avvicinati da un ragazzo un poco più grande che ci disse: se volete, vi proteggo io. Eravamo piccoli, capisce?”.



Salvatore Esposito: “In periferia i giovani non hanno scelta”

A quella strana domanda, Salvatore Esposito rispose d’istinto “no”. “Così anche alcuni miei amici, mentre altri accettarono quella protezione. Non li ho più visti, so che alcuni non ci sono più”. Lo racconta in un’intervista pubblicata venerdì sul Corriere: le periferie, secondo lui, sono difficili ovunque, non soltanto a Napoli. “Però quando qualcuno dice che comunque una scelta tra il bene e il male c’è sempre e che sta a noi fare quella giusta, forse non ha mai vissuto in certe periferie”. Dove regna la camorra, dice, la scelta non c’è. Ma soprattutto “non ci sono le famiglie”, a loro volta travolte dai problemi. “Non c’è lo Stato”, cosa che Gomorra ha narrato. “Se va bene – prosegue – c’è un prete coraggioso”.

Salvatore Esposito spiega com’è diventato attore

In certi posti è difficile anche immaginarsi un futuro fatto di grandi imprese. Dopo il diploma, Salvatore Esposito si mise a lavorare al Mcdonald’s, e là rimase per sei anni. Poi un giorno tornò a casa e si disse: ma è questo ciò che vuoi fare? Così si trasferì a Roma per intraprendere la strada, più ambiziosa, della recitazione: “Quando dissi che volevo fare l’attore, mamma e papà non si limitarono a dirmi ‘bene, fai quel che vuoi’. No, ci sedemmo e cominciammo a pensare a come fare. Quale scuola, quale strada, quale contatto coltivare. È una sfumatura importante, il confine tra lasciare libertà ad un figlio e seguirlo con attenzione e fermezza”. A loro va il grazie più grande: non erano ricchi, ma nonostante questo l’hanno sempre incoraggiato. E alla fine Salvo ha trovato la sua strada.