A “risolvere” per prima il caso legato all’omicidio di Salvatore Lausi, il “cassiere” del clan camorristico Mazzarella, ucciso il 6 ottobre 2002, è stata una maga. Una chiromante, per la precisione, alla quale la sorella della vittima si rivolse nei giorni successivi al delitto: come riporta “Il Mattino”, la donna “consultò le carte, poi alzò lo sguardo, incrociando gli occhi della cliente, e le disse: ‘Soldi, una storia di soldi. Tuo fratello è stato ammazzato perché lo accusano di aver portato via cento milioni di lire dalle casse del clan'”.
A 21 anni di distanza dal delitto, i carabinieri del reparto operativo del colonnello Cristian Angelillo, in forza al comando provinciale del comandante Enrico Scandone, sono riusciti a fare luce sul decesso di Salvatore Lausi e a scoprire le presunte responsabilità. Il blitz della Dda di Napoli è sfociato in tre ordinanze firmate dal gip Giovanni Vinciguerra, che hanno condotto agli arresti di Gennaro Mazzarella (classe 1949), Michele Mazzarella (classe 1978) e Salvatore Barile, classe 1984, tutti e tre detenuti per altre vicende di camorra.
OMICIDIO SALVATORE LAUSI, MAGA AVEVA CAPITO TUTTO: ARRESTATE TRE PERSONE
Stando a quanto riportato dal quotidiano sopra menzionato, i primi due sarebbero stati “mandanti e organizzatori dell’agguato“, mentre Barile ne sarebbe stato “l’esecutore materiale assieme a Ciro Giovanni Spirito (morto suicida dopo una parentesi da pentito) e Vincenzo De Bernardo (ucciso anni fa in un agguato di camorra alle porte di Napoli)”.
Con i soldi incassati dalla morte di Salvatore Lausi, Ciro Giovanni Spirito raccontò agli inquirenti di avere acquistato quella Honda Transalp che sognava da sempre: “Facevo l’autista del clan, avevo uno stipendio presso una azienda cittadina, poi – diventato killer – percepivo diecimila euro al mese”. Lausi, dal canto suo, era consapevole di essere nel mirino, perché il furto era stato scoperto, tanto che in una telefonata al cognato disse: “Come devo risolvere… Mi devono ammazzare solamente, adesso…”. Cosa che poi, di lì a poco, effettivamente avvenne. Per le ragioni accertate dagli inquirenti e “lette” dalla maga.