Fa discutere la condanna di Salvatore Montefusco, 30 anni di carcere e non all’ergastolo, dopo aver ucciso la moglie e la figlia della stessa. Una sentenza choc per la famiglia delle due vittime, e oggi se ne è discusso a Storie Italiane, anche perchè il giudice ha “motivato” il doppio omicidio con le parole “umanamente comprensibile”. Il magistrato Valerio De Gioia in collegamento ha commentato: “Ho letto le 230 pagine della motivazione ed è un po’ pi corposa rispetto a quell’inciso”.
“Concordo comunque quanto detto dalla ministra Roccella che quando in questi fatti si mette in evidenza un’umana comprensione verso l’auto del delitto che viveva delle incomprensioni famigliari perchè stava per separarsi, affermiamo un pericoloso principio di diritto, bisogna quindi stare attenti a quello che si scrive. Se tu hai commesso un reato così grave perchè si stava separando, quindi ti capisco quanto hai fatto, si capisce quanto diventa grave questo principio di diritto. Non bisogna neanche pensare di commettere delitti così gravi”.
SALVATORE MONTEFUSCO, 30 ANNI DI CARCERE: LE PAROLE DI LAURA TECCE
Secondo quanto ritengono in studio a Storie Italiane, si giustificano numerosi omicidi famigliari con questa motivazione, ed è difficile dare loro torto. Laura Tecce, aggiunge: “Il messaggio culturale che passa attraverso questa sentenza è devastante. Si sta cercando di far passare da anni un messaggio diverso, sono importanti le parole, quello che dici. Dall’altra parte dello schermo ci sono persone che non hanno gli strumenti culturali adatti magari”.
“Un giudice donna che si permette di dire che un duplice omicidio così efferato sia stato causato da un clima famigliare nefasto… non c’è niente che possa giustificare un omicidio di questo tipo. La politica interverrà perchè il messaggio culturale che sta passando è devastante”. Eleonora Daniele aggiunge: “Mi stanno scrivendo tantissime famigliari di vittime di omicidio, come la sorella di Santa Scorese, Rosa Maria, che dice di essersi offesa ancora una volta”.
SALVATORE MONTEFUSCO, 30 ANNI DI CARCERE: I COMMENTI IN STUDIO A STORIE ITALIANE
La stessa conduttrice ha sottolineato: “Dopo aver ucciso la moglie la figlia di lei, quest’uomo è andato in bar della zona e poi ha chiamato i carabinieri, dicendo di non voler scappare e che quindi era consapevole del suo piano criminale”. Storie Italiane ha mandato in onda proprio la telefonata dello stesso duplice omicida, mentre dava indicazioni ai carabinieri dicendo dove si trovasse e di venire a prenderlo.
De Goia aggiunge: “Questa sentenza è molto lunga, argomentata, le ragioni che hanno portato alle attenuanti sono state anche altre. Il problema è quello del linguaggio che viene utilizzato nelle sentenze, c’è questo rischio e che poi che ha portato gli esponenti della politica a intervenire, sottolineando una distonia fra interventi legislativi che tutelano la donna e queste sentenze che disorientano la collettività”. Massimo Lugli però non ci sta: “A me la politica che interviene a gamba tesa non mi piace, la nostra costituzione prevede la separazione delle carriere”. L’avvocato Gassani non ci sta: “Il ministro ha un dovere di verificare la sentenza”.
SALVATORE MONTEFUSCO, 30 ANNI DI CARCERE: LE PAROLE DI IANNUCCELLI
L’avvocato dei famigliari delle vittime, Barbara Iannuccelli, ha spiegato che “Prima dell’omicidio vi erano state 11 denunce. Montefusco era molto conosciuto nel circondario, era un imprenditore edile. Quando la signora ha fatto denuncia si è recata presso la stazione dei carabinieri le è stata detta torni alle 14:00, e quando è tornata ha incontrato l’avvocato del marito. Non sto dicendo una cosa molto grave, sto dicendo che la signora riferisce che quando arriva dai carabinieri vede l’avvocato del marito e ovviamente la signora si intimorisce e si domanda come mai fosse lì”.
“Allora è andata a Bologna e ha fatto la denuncia, quindi viene chiesto il codice rosso ma poi viene tolto, un atteggiamento di sottovalutazione totale della procura. C’è un procedimento a carico dei carabinieri ma non sappiamo come andrà a finire, in ogni caso l’avvocato del marito era lì per fare una denuncia quindi sostanzialmente era lì per caso. Non sappiamo se sia vero ma la donna quando l’ha visto ha urlato al complotto”. La stessa Iannuccelli ha inoltre spiegato che dopo le denunce e dopo le indagini, era stata chiesta l’archiviazione, sempre con motivazioni che hanno fatto senza dubbio discutere. “Chiede l’archiviazione del procedimento con restituzione al proprio ufficio”. Una serie di decisioni che lasciano quindi di stucco, fino ad arrivare proprio alle motivazioni per i 30 anni: “Più Eleonora Daniele scava e più sta uscendo l’inadeguatezza del sistema”, aggiunge l’avvocato Gassani, in studio a Storie Italiane. Eleonora ha annunciato che domani mattina si tornerà su questa vicenda decisamente complessa e di tutti i probabili errori commessi.