Il 18 aprile 2011 ha ucciso la moglie, Melania Rea, con 35 coltellate per poi mettere in atto un tentativo di depistaggio crollato in sede di indagini. Il 12 aprile scorso, a 12 anni dall’inizio della detenzione per scontare la condanna definitiva a 20 anni di reclusione per l’omicidio, Salvatore Parolisi è uscito dal carcere in permesso premio scatenando uno tsunami mediatico con le sue dichiarazioni a Chi l’ha visto?. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva concesso all’ex caporalmaggiore dell’Esercito la possibilità di uscire da Bollate una volta a settimana, fino a ottobre, per un totale di 15 permessi premio poi revocati dopo le parole spese dal detenuto sul delitto davanti alle telecamere della trasmissione di Federica Sciarelli.



Salvatore Parolisi, nel dichiararsi innocente, ai microfoni dell’inviata Raffaella Griggi ha ribadito la sua versione innescando la dura reazione della famiglia di Melania Rea. A carico dell’ex militare, la Cassazione aveva confermato la condanna nel 2016 (dopo la riduzione in appello bis da 30 a 20 anni), e la pena dovrebbe concludersi nel 2028 come ha ricordato il suo avvocato, Antonio Cozza. Nel frattempo, gli erano state concesse delle ore fuori che, però, non lo avevano soddisfatto: “Sai da quando potevo uscire io? – ha dichiarato Parolisi al programma di Rai 3, intercettato fuori dal carcere pochi mesi fa in occasione del primo permesso premio – Da quattro anni. Me l’hanno fatta ca*are fino all’ultimo, 12 ore di permesso di mer*a mi hanno dato, questo mi hanno dato. Qua stanno gli ergastolani, c’hanno duplici e triplici omicidi, crudeltà, escono dopo 6-7 anni. Io 12″.



Il fratello di Melania Rea contro Salvatore Parolisi: “Un assassino del genere non può uscire dopo 12 anni”

Il primo commento su Parolisi “libero” dopo 12 anni di carcere è arrivato a stretto giro dalla famiglia di Melania Rea, attraverso il commento del fratello Michele Rea ai microfoni di Adnkronos: “L’intervista si commenta da sola. Il personaggio, purtroppo, lo conosciamo. Diciamo che a oggi ha comunque quell’aria spavalda e di rifiuto contro la figura femminile. Dicono che il carcere riabiliti, soprattutto nelle relazioni interpersonali, io credo che lui sia peggiorato in questi anni e lo ha dimostrato proprio ieri. Non mi sembra il caso che dopo 12 anni un assassino del genere possa uscire, rifarsi una vita e avere contatti con altre persone, con la società (…). La vita di una persona, di una mamma, di una ragazza uccisa in quel modo, vale così poco? Se il processo si fosse fatto oggi, Parolisi sarebbe stato condannato all’ergastolo. Spero si faccia qualcosa, che questi permessi, dopo quanto accaduto ieri, vengano revocati“.



In effetti, dopo quanto dichiarato da Parolisi a Chi l’ha visto?, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha revocato i permessi premio al detenuto. Secondo quanto riportato dall’Ansa, la revoca sarebbe scattata alla luce della “gravità delle esternazioni” e della “assenza di consapevolezza” in merito al delitto commesso. Poco dopo la diffusione delle dichiarazioni di Parolisi, il fratello di Melania Rea era intervenuto nella stessa trasmissione per ribadire il no della famiglia ai benefici in costanza di detenzione: “Purtroppo mi vergogno, in questo caso, di essere uomo perché dice talmente tante di quelle inesattezze… Che Melania era legata alla mamma, questo come tutte le figlie. Ma mia madre, sicuramente, quando andava là non dormiva nel letto con lei perché rispettava la loro privacy. Non ha mai amato Melania. Le passava, come dice lui, 500 euro al mese. Questo è amare una donna? Quindi deve essere legata a quello che tu le passi e non deve essere libera di poter fare quello che vuole? Rendiamoci conto che lui non è stato presente neanche quando è nata la figlia. Tre gradi di giudizio hanno stabilito che lui è il colpevole dell’omicidio di Melania e da lì non si scappa. Neanche lui può dire il contrario. Ci sono prove certe, il Dna suo sulla bocca di mia sorella…“.