SALVINI: “3 PROPOSTE A DRAGHI PER LA PACE IN UCRAINA”
«Voglio fare tre proposte concrete non limitarmi a dire che vogliamo la pace»: così Matteo Salvini ha aperto il suo intervento in Senato in risposta all’informativa del Premier Mario Draghi sulla guerra in Ucraina. Il segretario della Lega, dopo aver incontrato solo due giorni fa a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio, ha reso in maniera pubblica le tre proposte pervenute già al Capo del Governo cogliendo al volo l’appello fatto da Draghi sul «continuare a tenere i canali di dialogo aperti con Mosca».
«Mi appello a Draghi, la persona più autorevole per farlo, perché faccia sue queste tre proposte», spiega l’ex Ministro a Palazzo Madama. In merito alla crisi alimentare preoccupante dei prossimi mesi, «Draghi chieda lo sblocco delle migliaia di tonnellate di grano ferme in Ucraina e in Russia, su terra e nei porti, per evitare la drammatica carestia in Africa». La seconda proposta riguarda invece la sede dell’Expo 2030: «Draghi chieda a Mosca di ritirare la candidatura a favore di Odessa per Expo 2030». Infine la proposta principale, più urgente e anche più difficile: «il Premier chieda il cessate il fuoco di 48 ore per cercare una sede di incontro, con l’Italia (insieme ad altri, come Germania, Francia e Vaticano) a fare da garante per il dialogo di pace».
“PACE E LAVORO”, LE PAROLE D’ORDINE DI SALVINI IN SENATO
In merito alla prima proposta di pace lanciata dal leader della Lega, Salvini spiega come vi siano ad oggi decine di Paesi che dipendono dal grano e dai cereali africani: «Bisogna sbloccare l’invio di grano e far tornare la semina, senza più bombardamenti».
Per la candidatura di Odessa, l’unica altra città con Mosca e Roma in corsa per l’Expo 2030, «serve provare a chiedere al Cremlino di ritirarsi per portare avanti parole di pace». Sul cessate il fuoco, serve invece rivolgersi a Putin piuttosto che a Biden per risolvere immediatamente la tregua e impostare dei credibili negoziati di pace. Il resto dell’intervento di Salvini serve per togliersi qualche “sassolino dalla scarpa” nei confronti degli avversari politici: in primis, replica a Ignazio La Russa (FdI) intervenuto poco prima, «Quando qualcuno in quest’Aula rinnova l’invito a inviare altri armi e al massimo gli operai italiani tireranno la cinghia, io non ci sto». Poi Salvini, dopo aver citato discorsi di pace fatti da Moro, Craxi, Prodi e Berlusconi – e dopo aver elogiato l’opera di Papa Francesco nel rinnovare appelli di pace – attacca il Parlamento: «A qualche ignorante che in quest’aula rumoreggia quando si cita il Santo Padre che è uomo di stato». Infine, il segretario leghista contesta le parole usate negli scorsi mesi dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «aveva parlato di Putin come ‘peggio di un animale’. Ringrazio invece il Ministro Cingolani per l’equilibrio: finalmente i professionisti del no a termovalortizzatori, carbone e gas hanno capito che senza indipendenza energetica saremo sempre al servizio di qualcun altro: abbiamo bisogno di energia nostra, a basso costo».