Sarà una federazione e non una fusione, né tantomeno una annessione, e sarà Mario Draghi in persona a ricevere ogni ragguaglio circa lo stato delle “trattative” tra Lega e Forza Italia: lo ha spiegato Matteo Salvini nelle scorse ore in vista del vertice di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi assieme alle altre forze del Centrodestra “di Governo” (Lega, Forza Italia, Popolari, Noi con l’Italia, Coraggio Italia). Assente ovviamente Giorgia Meloni che però non vede eccessivamente di cattivo occhio l’ipotesi di federazione del Centrodestra annunciata da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: «la federazione non è un’operazione contro di me, ma contro la sinistra».
Per Salvini è un dispiacere non poter coinvolgere la leader di FdI nel progetto “federato” del Cdx di Governo, «essendo all’opposizione, non avrebbe senso coinvolgerla». La federazione, da non confondere con fusione, ci tiene a rivendicare Salvini al Corriere della Sera, «si baserà su progetti comuni e sarà una opportunità per tutti e anche per il Paese, perché velocizzerà,unirà e accelererà il lavoro sulle riforme». A Draghi i leader di Cdx parleranno con un’unica voce, così «sveltiremo l’approvazione di decreti, emendamenti, faciliteremo le riforme del fisco e della giustizia, codice degli appalti e tagli Irpef».
SALVINI: “LA FEDERAZIONE NON È UNA FUSIONE”
La speranza per Salvini è quella di coinvolgere Draghi per poter concretizzare l’effettiva buona riuscita del progetto di federazione: «Non sarà un partito unico — ribadisce i segretario del Carroccio dopo aver sentito ancora al telefono Berlusconi —, ma l’occasione di mettere spalle al muro la sinistra. Ogni mattina Letta si alza e inventa una tassa. Di tutto c’è bisogno meno che di tasse, servono iniezioni di libertà, di lavoro, di cure e di svago dopo due anni di pandemia». Il progetto della federazione di Centrodestra in realtà per Salvini e Berlusconi sarebbe un tentativo anche di porre un’unica voce pure in Europa: qui le resistenze interne, specie in Forza Italia, sarebbero maggiori ma per l’ex Ministro l’occasione sarebbe davvero ghiotta «Lega, popolari e conservatori potrebbero unirsi per essere alternativi alla sinistra, anche all’assemblea di Strasburgo».