«Salvini mi ha rovinato la vita»: parlerà questa sera a Piazzapulita, nell’intervista videoregistrata dal collega Luca Bertazzoni, il 17enne Yasmin protagonista dell’episodio del citofono al Pilastro di Bologna. Si sfoga ai microfoni di Corrado Formigli il ragazzo non ancora maggiorenne che a pochi giorni dalle Elezioni in Emilia Romagna è stato protagonista insieme alla sua famiglia del controverso “messaggio” lanciato dal leader della Lega in visita al quartiere periferico di Bologna. Una donna residente nella zona, Anna Rita Biagini, ha segnalato allo staff Lega che in una palazzina abitava una famiglia dove si gestiva parte dello spaccio del quartiere: come ormai arcinoto, Salvini in diretta Facebook è andato fino all’ingresso dove ha citofonato alla madre di Yasmin chiedendo «nella vostra casa qualcuno spaccia?». L’episodio resterà volenti o nolenti nell’immaginario di questa lunghissima campagna elettorale in Emilia Romagna, ma ora potrebbero esserci conseguenze anche giudiziarie per quanto avvenuto: «Io gioco a calcio, a Imola. Sono stato quattro anni a Sassuolo, due anni al Modena e mi hanno convocato in nazionale italiana: è stata una grandissima bella esperienza. Mai avuto precedenti, non sono uno spacciatore», spiega il 17enne nel breve video di anticipazioni diffuso dal programma in onda questa sera su La7, Piazzapulita.
IL 17ENNE DEL CITOFONO “NON SONO SPACCIATORE”
Yassin attacca senza mezzi termini il leader della Lega Matteo Salvini e la stessa donna che ha indicato la sua famiglia come “certa origine dello spaccio di droga”: «Ogni giorno mi chiedo, perché proprio a me? Perché proprio a me? A un diciassettenne gli hai rovinato la vita in cinque minuti, da un giorno all’altro. Un politico che è venuto in una periferia così…cioè da…non so, pizzaiolo, postino, non so…a suonare per chiederti ‘tu spacci?’, ma cosa è», si chiede ancora il 17enne che in serata darà certamente altri spunti di discussione per una vicenda che non si è certamente chiusa in quella fredda sera del 21 gennaio. L’ex Ministro si era prontamente difeso con l’Adnkronos, rivendicando la propria scelta «Le forze dell’ordine fanno meglio di me il loro mestiere, quindi hanno gli elementi per decidere se quel tizio spaccia o non spaccia. Mi volevo togliere una curiosità, visto che una signora di 70 anni mi dice ‘mi minacciano di morte perché lì spacciano». Padre, madre e figlio 17enne tutti senza precedenti, era invece il fratello maggiore ad avere un recente passato assai turbolento nei rapporti con la legge: intervistato da Fanpage, il fratello di Yassin – che non vive però più nell’appartamento del Pilastro di Bologna – aveva puntualizzato «Io sì che sono pieno di precedenti, ma adesso faccio il bravo e non spaccio. In passato, invece, ho fatto di tutto e di più, ma adesso lavoro e faccio il bravo». Il fratellino però risulta senza precedenti e senza alcuna accusa contro la sua persona: per questo già nei giorni caldi della polemica, Yassin aveva spiegato «io non faccio queste cose, mio padre lavora e a me non manca niente. Sono minorenne, vado a scuola, faccio la vita normale di tutti gli altri studenti. Io non ho mai avuto a che fare con questa gente qua. Non spaccio…come può questa venire sotto casa mia a dire che io spaccio…io devo andare a denunciare la signora che ha fatto venire Salvini a suonare a casa mia…».