BUFERA CONTRO SALVINI PER INTERVISTA TG1 DI SABATO: COS’È SUCCESSO (E IN QUALE CONTESTO)

I 4 minuti e poco più di intervista del vicepremier Matteo Salvini al Tg1 di sabato 19 ottobre 2024 sera stanno facendo salire la polemica in Rai e in Parlamento contro il Governo Meloni, al centro del “caso politico” (e mediatico) nato dalla decisione del Tribunale di Roma sul rientro forzato dei migranti inviati nel cpr in Albania nato dall’accordo tra i Premier Giorgia Meloni e Edi Rama.



Pochi giorni dopo l’arringa della difesa del leader della Lega al processo Open Arms (che vede Salvini imputato per sequestro di persona), lo scontro durissimo contro parte della magistratura per il caso albanese ha portato ad una intervista con uno dei protagonisti dell’attualità politica in prime time con il Tg delle 20 della rete ‘ammiraglia’ Rai. La durata importante e le parole molto dure usate dal vicepremier e Ministro contro parte dei giudici “politicizzati” sul caso migranti (e in generale contro il Governo di Centrodestra) hanno fatto il resto, aprendo un “caso” politico che vede ancora una volta Salvini al centro degli attacchi incrociati tra media e giudici.



COSA HA DETTO SALVINI AL TG1: DAL PROCESSO OPEN ARMS AL TEMA DEI MIGRANTI IN ALBANIA

Occorre però capire cosa abbia detto e contro chi si è esposto Matteo Salvini nel suo intervento al Tg1 intervistato dalla giornalista Giorgia Cardinaletti, in attesa della sentenza su processo Open Arms in arrivo il prossimo 20 dicembre 2024: in termini generale, il leader della Lega ha rintuzzato la «piccola parte dei giudici» politicizzati a sinistra in grado di trasformare i tribunali come se fossero un “centro sociale”. Contrastare l’immigrazione clandestina da programma politico storico del Carroccio è divenuto motivo di attacco giuridico e ora anche processuale: «bloccammo gli sbarchi, riducemmo del 90% l’arrivo dei clandestini, riducemmo il numero dei morti in mare. Risultato? Una procura chiede, a carico di Matteo Salvini, sei anni di galera».



Salvini parla del processo Open Arms in prima serata sul Tg1 spiegando il suo massimo rispetto della magistratura, per quei 9mila giudici che ogni giorno fanno il loro lavoro facendo rispettare la legge italiana e la Costituzione: il problema, ribadisce l’allora Ministro degli Interni durante il primo Governo Conte, è che vi è una parte minoritaria dei giudici che continuano «ad usare il tribunale come un centro sociale». L’invito, sarcastico, è quello di candidarsi con Rifondazione Comunista per tutti quei magistrati che ritengono problematico e illegale il contrasto alle immigrazioni clandestine, piuttosto che il traffico di scafisti e ong nel concordare gli arrivi sulle nostre coste.

Da qui il passaggio più duro di Salvini che collega il processo che lo vede imputato al caso ancora più recente della decisione del Tribunale romano – tra cui la giudice Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica – sul caso Albania: «se qualcuno di questi dodici (migranti, ndr) domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha riportati in Italia». Come del resto aveva sottolineato anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio intervistato oggi da “La Repubblica”, il problema sorge quando parte dei giudici ritengono di “ribaltare” le Elezioni con interpretazioni politiche di norme giuridiche: secondo il collega in CdM Matteo Salvini, serve interrogarsi sul fatto che tra tutti i lavoratori in Italia che commettono errori «solo i magistrati non pagano mai».

LE REAZIONI, DALL’ATTACCO DI SCHLEIN ALLA NOTA DEL CDR RAI

È insomma un attacco a tutto tondo quello che Matteo Salvini compie nell’intervista-blitz al Tg1 di sabato sera: non contro l’intera magistratura (come è stato non correttamente riportato oggi da vari media, ndr) ma contro alcuni giudici che ritengono di contestare e contrastare con metodi giuridici un tema prettamente politico come le politiche migratorie. Di giudizio completamente diverso sia il comitato di redazione del Tg1 Rai, sia ovviamente i leader del Centrosinistra che ritengono le uscite di Salvini e Nordio in queste ore come passibili di dimissioni.

Procedendo con ordine, i primi ad intervenire sono stati gli stessi giornalisti del primo tg Rai che in una nota ufficiale lamentano la mancanza di imparzialità avvenuta ieri sera: «Ci aspettiamo che, in vista della sentenza di dicembre, altrettanto spazio sia concesso alle parti civili». Secondo il cdr del Tg1 assieme al sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, il servizio pubblico non dve essere «megafono dei partiti», definendo addirittura l’intervista di Salvini come «mera propaganda» di un Governo che vuole la Rai «non indipendente». A rispondere a tono all’Usigrai ci pensa l’altro sindacato Rai, l’Unirai che ritiene siano stati rispettati i principi del pluralismo e competenza di informazione in quanto oltre a Salvini sono andanti in onda negli ultimi giorni le interviste all’ex procuratore Caselli e al presidente ANM Santalucia, tutt’altro che a favore del Governo e contro l’uso del cpr in Albania.

La segretaria Pd Elly Schlein sui social attacca ulteriormente Salvini ritenendolo colpevole di aver attaccato deliberatamente i giudici italiani: «comizio delirante», scrive sui social la leader Dem, ritenendo la Rai svilita dal Governo nel suo voler attaccare la magistratura. Sulla stessa scia anche il leader M5s Conte e il segretario di Sinistra Italia, Nicola Fratoianni, secondo cui l’intervista al Tg1 è stato un bieco «comizietto del Ministro Salvini» contro la sinistra. A conferma però di qualcosa che non funziona affatto nel verso giusto, e che dimostrerebbe quantomeno parte legittima della protesta del Governo contro la decisione del Tribunale di Roma, la mail controversa pubblicata oggi dal “Tempo” di un giudice di Magistratura Democratica dopo il caso Italia-Albania che definisce la Premier «più pericolosa di Berlusconi» e che merita una compattezza di tutta la corrente dem per «porre rimedio» a tale situazione.