L’APPELLO DI SALVINI AI GIOVANI DELLA LEGA: “IL 25 APRILE IN PIAZZA CONTRO I BUROCRATI UE”

«Politicamente ribelli, come l’Europa non ci vuole»: il titolo dell’evento della Lega coi giovani del partito (sabato al MiCo di Milano) è in realtà già lo “slogan” pronto per le prossime Elezioni Europee, con il vicepremier Matteo Salvini che dal palco tuona contro l’Unione Europea attuale e contro soprattutto la leader Ursula Von der Leyen. Lo schema del segretario è chiaro: marcare una netta differenza, quantomeno in Europa, con Forza Italia – che nel PPE appoggia la ri-elezione della Presidente della Commissione Europea – ma anche con Fratelli d’Italia che pur da dentro l’ECR (Conservatori) continua nel dialogo stretto fra Meloni e la leader tedesca per un possibile appoggio dopo il voto di giugno.



Un Salvini convinto di superare la doppia cifra alle Europee – «obiettivo è superare il M5s nel medio termine» – usa parole di fuoco contro la coalizione Ursula dell’ultima Commissione Europea: «il 25 aprile se migliaia di ragazzi si troveranno, magari in Veneto, nella terra del leone, per difendere la libertà messa a rischio dai burocrati dell’Unione europea sarà un segnale molto bello». Il vicepremier e Ministro dei Trasporti ribadisce come il leitmotiv anche delle prossime Europee sarà l’essere fascisti o comunisti, ma serve andare molto oltre: «Ci chiederanno se siamo antifascisti: sì, non ci sono più Hitler, Mussolini e Stalin. Le battaglie oggi sono per la libertà come quella di poter lavorare. E chi vota Lega fa sempre una scelta di libertà».



L’ATTACCO A VON DER LEYEN, LA DIFFERENZA TRA LEGA, FDI, FI E LA SCOMMESSA VERSO LE EUROPEE: PARLA MATTEO SALVINI

È però contro Ursula Von der Leyen che arrivano le parole più dure del leader Matteo Salvini davanti ai giovani della Lega riuniti a Milano: «Pensare che i disastri dell’Europa possano essere rimediati da von der Leyen, co-protagonista di quei disastri è come dire a uno che ha il diabete “mangiati lo zucchero filato che fa bene…”». Il concetto è chiaro, non può essere il “sistema” che ha creato il problema a poterlo risolvere nella prossima legislatura europea, tema non da poco esposto da Salvini nel giorno in cui Meloni e Von der Leyen tornano insieme in Egitto per porre un freno all’espansione delle migrazioni: «L’8 e 9 giugno o si vince o è un problema. Il 90% delle decisioni arrivano da Bruxelles. Se lì c’è una banda che decide per l’interesse di pochi sulla testa di molti non serve a nulla».



Il messaggio lanciato da Salvini agli alleati di Governo è poi ancora più netto quando sottolinea che se qualcuno dovesse preferire “la poltrona” in Europa, «il politicamente corretto e l’inciucio con i socialisti rispetto a un centrodestra unito non farà un dispetto alla Lega ma farà il male dell’Italia». Sui migranti ha fallito, sul tema dell’economia pure, sul green neanche a parlarne: è una bocciatura completa quella che Salvini marca su Von der Leyen e l’alleanza PPE-PSE dal palco dei giovani leghisti. «Scelgo sempre Le Pen. Macron nel 2024 parla di guerra e di eserciti e a me fanno paura leader così», ribadisce il vicepremier aggiungendo che un voto per la Lega alle Europee è un voto unico in quanto «Non sarà la stessa cosa votare per Fratelli d’Italia o per Forza Italia».