SALVINI, IL PIANO DI PACE E GLI “SCOOP” FINO AD OGGI

Secondo quanto riportato in questi ultimi giorni dai vari “scoop” di “La Repubblica” e “Domani”, nel fantomatico viaggio in Russia organizzato da Antonio Capuano per Matteo Salvini v’era già pronto un piano di pace strutturato in 4 punti da proporre al Cremlino.



Uno stesso piano di pace che era stato con ogni probabilità abbozzato nella contestata (e presunta) cena ad inizio marzo tra il leader della Lega e l’ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov e che – ha spiegato lo stesso “superconsulente” nella sua lunga intervista a “Rep” – in seguito fu discusso anche nell’incontro tra Salvini e il Segretario di Stato Vaticano Card. Parolin (anche questo punto serviranno conferme rispetto agli “scoop” emersi in questi giorni). Il caso politico del momento, con in pratica tutti i partiti uniti nel contestare tempi e modi del “piano di pace di Salvini”, vede la Lega al centro del “ciclone” con la risultanza immediata del “congelamento” del viaggio a Mosca per l’ex Ministro degli Interni. Con l’aggiunta dell’indagine avviata ieri dal Copasir sui legami tra Antonio Capuano e l’ambasciata russa, sfociata poi nella cena Salvini-Razov.



I 4 PUNTI DEL PIANO DI PACE SALVINI-CAPUANO

Ma veniamo al contenuto effettivo di questo fantomatico piano di pace messo a punto da alcuni “sherpa” della Lega (ma rinnegato dai quasi tutti i ‘colonnelli’ del Carroccio, a partire da Giorgetti e Zaia), dal leader Salvini e dal “consulente” Capuano: individuazione di una località per intavolare trattative di pace; ruolo di garanzia di Italia, Germania e Francia; Viaggio di altissime personalità interessate nella zona; Cessate il fuoco.

Questi stessi 4 punti del piano di pace erano stati affrontati e descritti già a “La Repubblica” dall’ex deputato di Forza Italia, oggi contestato “superconsulente” di Salvini per la politica estera. «Individuare una sede neutrale in cui aprire i negoziati. Abbiamo due ipotesi, entrambe sondate», riferendosi a Vaticano e Turchia, anche perché «Mi sembra sia uscito sui giornali che Salvini venerdì abbia fatto una visita in Vaticano», spiegava ancora Antonio Capuano. Sul secondo punto, continua il consulente, riguarda la nomina di tre garanti: «i vertici istituzionali di Italia, Francia e Germania, più un garante morale», e tutto fa pensare a Papa Francesco. Poi il terzo punto con gli effettivi negoziati, «solo dopo il cessate il fuoco. E in cima dell’ordine del giorno del negoziato prevediamo lo sblocco delle navi che portano il grano e gli aiuti umanitari». Da ultimo, il quarto punto affrontato da Capuano: «la visita di una grande personalità internazionale a Mosca e Kiev. Lei mi chiederà di nuovo se parlo del Papa ma io non glielo posso confermare». Non si discostano molto questi 4 punti dai 3 macro-temi posti da Matteo Salvini nella conferenza stampa dal Senato dello scorso 19 maggio, in merito alle proposte fatte a Draghi per colloqui di pace con la Russia: «Cessate il fuoco, sblocco emergenza grano, Expo 2030 a Odessa».



SALVINI-RUSSIA, LO SCONTRO PD-LEGA

Commentando molto aspramente le vicende “russe” in casa Lega, il leader del Pd Enrico Letta sbotta «Mentre la crisi era in corso c’erano trattative, non si sa autorizzate da chi e in quale forma e modo, con l’invasore russo da parte di un partito di governo. Chiediamo chiarezza, non è una vicenda che può concludersi a tarallucci e vino».

Sul tema è tornata anche Lia Quartapelle, responsabile Europa e Affari internazionali nella Segreteria del Pd, attaccando il leader della Lega: «Si scopre che il piano di pace di Salvini in realtà è il frutto dei consigli di un avvocato che lavora anche per l’ambasciata russa. Cosa dire di più?». Ieri una prima risposta era arrivata dallo stesso Salvini, con un tweet in cui dichiarava «Noi da settimane lavoriamo per la pace, dialogando con tutti per arrivare a un cessate il fuoco, mentre il Pd parla solo di armi e guerra. Più chiaro di così…». In una nota diffusa questa mattina, ancora il Segretario del Carroccio torna sulle polemiche per i suoi legami con la Russia: «Per la pace si lavora con ambasciatori e governi di tanti Paesi, alla luce del sole, comunicandolo anche a giornali e tivù più volte, avendo come unico obiettivo la fine della guerra. Io l’ho fatto e continuerò a farlo, spero in compagnia di tanti colleghi che in questi giorni criticano e chiacchierano, ma per arrivare alla Pace non muovono un dito, preferendo parlare di armi e guerra».