Dopo gli attacchi di Salvini si muovono ufficialmente i giudici di Area (le cosiddette “toghe rosse” vicini a Magistratura Democratica) che scrivono un documento per chiedere al Consiglio Superiore della Magistratura di aprire una pratica a tutela di Luciana Breggia e Matilde Betti, le giudici di Firenze e Bologna entrate nel vortice dopo l’accusa di essere “pro-migranti” e soprattutto contro le leggi siglate dal Viminale in tema di sicurezza. «Il Csm tuteli i giudici a presidio dell’autonomia e indipendenza della giurisdizione». In mattinata anche la Presidente della Corte d’Appello di Firenze, Margherita Cassano, era intervenuta duramente richiedendo al Csm di prendere provvedimenti a tutele dei giudici attaccati da Salvini: «Consiglio Superiore valuti la sussistenza dei presupposti, a mio avviso ricorrenti, per l’apertura di una pratica a tutela, volta a riaffermare la piena legittimità dell’operato del magistrato e a ristabilire il rispetto reciproco tra istituzioni dello Stato». (agg. di Niccolò Magnani)
BONAFEDE BACCHETTA SALVINI
Il giorno dopo l’attacco ai giudizi definibili “pro-migranti”, il Ministro degli Interni prova a correggere il tiro e nell’intervista a Mattino 5 spiega meglio «Non faccio liste di proscrizione. Prendo atto del fatto che, su migliaia di giudici che fanno onestamente il loro lavoro, qualcuno invece fa politica». Arriva però immediata la “bacchettata” del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in una nota afferma «Non mi risulta che troppi giudici facciano politica». Non solo, per il Guardasigilli M5s «Mi risulta che ci sia la stragrande maggioranza di magistrati che lavorano ogni giorno e portano avanti la macchina della giustizia con passione e coraggio. E’ un momento particolarmente delicato, le istituzioni rimarranno compatte per evitare che ciò che emerge possa macchiare l’immagine della magistratura, che a livello internazionale è considerata tra le migliori al mondo». (agg. di Niccolò Magnani)
L’ATTACCO ALLA MAGISTRATURA
Nuovo capitolo dello scontro tra Matteo Salvini e la magistratura. Il ministro dell’Interno ha infatti messo nel mirino i giudici che hanno espresso parere negativo sui suoi provvedimenti, in particolare quelli del Tar di Firenze che ieri con una sentenza hanno bocciato l’ordinanza sulle zone rosse. Come riportato da La Repubblica, il Viminale ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del Tar di Firenze, ma anche sulle altre sentenze che, a Firenze come a Bologna, hanno ordinato l’iscrizione all’anagrafe di alcuni richiedenti asilo. La battaglia del leader della Lega e ministro dell’Interno, però, non sarebbe da circoscrivere alle singole sentenze che hanno interessato alcuni dei suoi provvedimenti anti-migranti. Nel mirino, infatti, sono finiti i giudici in persona…
SALVINI CONTRO I GIUDICI “PRO-MIGRANTI”
Tra i ricorsi annunciati dal Viminale ve n’è infatti uno più significativo di altri: è quello all’Avvocatura dello Stato. Il Viminale in una nota ha motivato questo ricorso con la volontà di “valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l’assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini”. Stando a quanto sottolineato da “La Repubblica”, un Salvini decisamente contrariato dalle sentenze di questi giorni ha dato mandato ai suoi uffici di “tracciare” le uscite pubbliche dei giudici firmatari delle sentenze e di verificare i loro rapporti di “vicinanza e collaborazione con chi difende gli immigrati contro il Viminale”. Una nuova polemica tra Salvini e la magistratura dietro l’angolo? Sembrerebbe proprio di sì…