Da qualche giorno si staglia in zona Paolo Sarpi-Porta Volta a Milano un manifesto gigante che vede Di Maio e Salvini immortalati vicini per una campagna pubblicitaria di ActionAid… solo che non l’hanno scelto loro e non vi hanno aderito (salvo rettifiche che al momento non sono arrivate, ndr). E allora, che diamine in successo in quel di Piazzale Baiamonti, come si può osservare dalla foto del manifesto qui sopra? Un fatto piuttosto insolito: la onlus ActionAid che si occupa da decenni di progetti di sviluppo e cooperazione internazionale, incluse le adozioni a distanza, ha voluto lanciare la provocazione ai due vicepremier del Governo gialloverde: «Affideresti un bimbo o una bima a una coppia di questo genere? Noi sì». Il concetto è ammiccante, per dimostrare la lodevole possibilità data da ActionAid per ogni svariata coppia di poter esercitare l’adozione a distanza – fratello e sorella, coppie etero, gay, madre e figlio, nonno e nipote, chi più ne ha ne metta – allora per assurdo anche i due politici simbolo d’Italia, come fossero una “coppia di fatto”, potrebbero esercitare l’operazione.



ACTIONAID IMPONE L’ADOZIONE A SALVINI E DI MAIO

Colpire l’opinione pubblica e utilizzare due volti noti – seppur senza il loro assenso – è comunque un gesto forte che vuole giustamente aprire i riflettori su un mondo troppo spesso in penombra e con poche disponibilità economiche per provare davvero a fare del bene. Ma il problema è che il “gesto” va ben oltre e qui nascono, a nostro modesto parere, i veri nodi: ActionAid ha lanciato la sfida a Salvini e Di Maio recapitando nelle sedi di Lega e Movimento 5 Stelle tutti i documenti e le informazioni per attivare l’adozione di Thila, una bimba del Senegal scelta dalla onlus per incentivare i due vicepremier ad accettare la sfida. «Prendersi cura ed esercitare la propria responsabilità verso i più piccoli e indifesi, ovunque essi siano. È questo il terreno su cui sfidiamo i due leader, saranno interessati a occuparsi di Thila? Ci aspettiamo un gesto dal forte impatto da parte di Salvini e Di Maio che sensibilizzi l’opinione pubblica perché nel mondo sono 200 milioni i bambini che vivono senza diritti. Un’ingiustizia che può essere cambiata anche grazie al sostegno a distanza», dichiara Raffaella Lebano, vice segretaria di ActionAid. In sostanza, Salvini e Di Maio ora si ritrovano “costretti” a prendere una decisione da loro non voluta e non scelta: o accettano, oppure se si oppongono passeranno anche per l’opinione pubblica come i due politici che non vogliono fare del bene ad una piccola bimba senegalese che come tantissimi altri casi drammatici del mondo non aspetta che un sostegno economico (e una famiglia, ci permettiamo di aggiungere). Le regole “base” della beneficienza e della adozioni (la discrezione e la libera adesione personale) sono state del tutto travolte da una sorta di “adozione imposta” da ActionAid. Intendiamoci, lo scopo finale è lodevole e benevolo, ma le modalità per raggiungerlo non ci sembrano per nulla rispettevoli della singola libertà personale. Anche se dei due politici più divisivi, famosi – e in alcuni casi anche odiati – d’Italia (a meno che i due vicepremier abbiano dato l’assenso alla campagna pubblicitaria, cosa che ripetiamo al momento non ci risulta, ndr).



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