Non è un vero e proprio “controdiscorso” come invece lo fa Beppe Grillo in contemporanea a quello del Presidente della Repubblica Mattarella, eppure il messaggio di fine anno di Matteo Salvini rappresenta da sempre un’alternativa “mediatica” (e spesso anche di contenuti) al discorso tenuto pochi minuti prima dal Capo dello Stato. Anche per quest’anno, appena dopo il messaggio a reti unificate tenuto dal Presidente Mattarella, il leader della Lega prenderà il suo smartphone e condurrà la consueta diretta in video Facebook per augurare a tutti i followers un buon 2020 e soprattutto sottolineare-confrontare la propria linea con quella appena esposta dall’inquilino del Quirinale. La conferma è giunta qualche giorno fa, quando alla festa tradizionale della Lega ad Albino (Bergamo) Salvini aveva concluso così il suo comizio «Stiamoci vicini, e mi raccomando il 31 tutti ad ascoltare il discorso del Capo dello Stato», provocando però un nutrito coro di fischi e contestazioni partiti da sotto il palco verso Sergio Mattarella, più volte in passato in netto contrasto alla politica e alle linea del leader leghista. Di tutta risposta, non volendo creare un ulteriore “caso politico” (per chi da mesi chiede un confronto con il Capo dello Stato sulla necessità e possibilità di arrivare ad elezioni anticipate, ndr) Salvini ha spiegato «Ma no! Uno ascolta e poi riflette. Io ascolto e poi facciamo due ragionamenti su Facebook, non c’è problema. Io sono curioso per natura».
LO SCONTRO SALVINI-MATTARELLA
Come Donald Trump e Boris Johnson, Matteo Salvini ha fissato così i suoi “modelli” da seguire anche nel 2020 e lo ribadirà anche nel suo personalissimo discorso di fine anno sui social: «Vinceremo le Regionali grazie al voto di alcuni ex elettori di sinistra e anche ad alcuni M5s che sono rimasti fedeli al ‘mai con il Pd‘», con riferimento diretto al Movimento 5 Stelle e al “suo” Premier Giuseppe Conte che in un solo anno si è tramutato nel garante di Governo al nemico più inflessibile che la Lega oggi abbia a livello politico. Ma lo scontro che “preoccupa” diverse anime nel Centrodestra è proprio quello storicamente attivo tra Salvini e Mattarella: l’opera di “diplomazia” del n.2 Giorgetti ha voluto in questi anni provare un appeasement tra il Carroccio e il Quirinale e gli stessi ultimi toni del leader leghista vanno verso una “moderazione” che aiuti un miglior rapporto con chi, volente o nolente, dovrà essere l’arbitro ancora una volta di un’eventuale crisi di Governo, sempre che il Conte-bis si frantumi al suo interno. È per questo motivo che di recente ha lanciato la proposta di un “comitato di salvezza nazionale” con tutti i partiti per provare a fissare l’agenda comune prima di tornare al voto, una svolta di modi e di metodo rispetto al recente passato: un modo per farci “accettare” dal Quirinale, passo necessario per possibili rapporti vicini e stretti nel prossimo futuro? In attesa dello svolgersi del 2020, va segnalato come di pari passo all’avvicinamento tra Colle e Lega vi è il recente “strappo” con Salvini che per il secondo anno consecutivo non si è presentato agli auguri di Natale con Mattarella e tutte le forze politiche al Quirinale. «Ero alla recita di mia figlia», è stata la motivazione anche per il 2019, ma al Colle l’atteggiamento pare non essere per nulla piaciuto.
IL ‘CONTRODISCORSO’ NEL PASSATO
In attesa di capire il contenuto del suo personalissimo discorso di fine anno per vedere se sarà scollamento forte o avvicinamento tra Salvini e Mattarella, il leader della Lega nel suo “controdiscorso” di un anno fa segnalava il successo dei primi 6 mesi di Governo gialloverde. «Quante emozioni, quante battaglie, quanti problemi ma anche quante soddisfazioni e quanti risultati positivi raggiunti! L’Italia ha ritrovato finalmente orgoglio e dignità. E tutto grazie a voi. Che il 2019 sia migliore per tutti è il mio impegno Amici: io ci sono, conto sul vostro aiuto!»: rileggerlo oggi fa sorridere per vedere quanto i tempi e i modi della politica possano cambiare in cosi pochi mesi. Non ci fu vero strappo lo scorso anno con il Colle, anche se l’invito a ripensare lo schema di base dei decreti sicurezza non venne sottolineato-accolto da Salvini: «Il presidente della Repubblica non ha potuto essere così esplicito, ma limitare gli accessi in Italia riporta un po’ di ordine e tranquillità. Lotta agli scafisti, ai mafiosi che ci si sono arricchiti, anche mafiosi italiani a cui stiamo portando via anche le mutande». Fu un discreto successo di followers il discorso di Salvini che batté i diretti contro-discorsanti del 2018 come Beppe Grillo, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio: un anno dopo tutto è cambiato e la curiosità resta per capire su quali punti “premerà” il leader del Carroccio nel suo messaggio di Capodanno.
Qui la diretta in streaming video su Facebook del “discorso” di Matteo Salvini