“REPUBBLICA SI INVENTA I VERTICI DEL CENTRODESTRA: IO E GIORGIA DIVERSI MA SEMPRE UNITI, NESSUN LITIGIO”: PARLA MATTEO SALVINI

In quella ormai definita come la “Camera estiva”, ovvero il Caffè della Versiliana, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini fa il punto dei vari dossier politici dopo l’ultimo Cdm che ha visto in settimana l’approvazione del Decreto Omnibus: dalle emergenze gravi nelle guerre in Ucraina e Medio Oriente, fino alle riforme e concludendo con l’impegno per la prossima Manovra di Bilancio, il Ministro dei Trasporti risponde a 360° nella lunga intervista con il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti.



Si parte però con una considerazione politica di fondo, ovvero le presunte tensioni “enormi” tra i tre leader della maggioranza al Governo: qui Salvini è netto e se la prende con sinistra e quotidiani (specie “Repubblica” e “Corriere della Sera”), in quanto avrebbero inventato sia i litigi sia il vertice per provare ad appianare la tensione. «L’ultimo vertice del centrodestra, quello dove avremmo dovuto parlare di Rai, lo ha convocato Repubblica. Perché ho chiamato Giorgia, ho chiesto, e mi ha risposto che il vertice non c’era», rivela il segretario della Lega che avanza l’accusa, «si inventano litigi». Certo, Salvini non nasconde una certa diversità politica e umana tra lui e la Premier Giorgia Meloni, «abbiamo culture politiche diverse, però si mettano l’anima in pace. Checché ne scrivano Repubblica e il Corriere, la determinazione di questo governo è arrivare al 2027, alla fine del mandato».



SALVINI SU MANOVRA, GREEN UE, GIUSTIZIA E DOSSIER INTERNAZIONALI: COSA HA DETTO IL VICEPREMIER ALLA VERSILIANA

Tra i tanti temi affrontati dal leader della Lega, quello della Manovra sebbene sia ancora “acerbo” è forse uno dei più interessanti vista l’importanza di una Finanziaria in autunno che non si prospetta affatto facile con il rientro in funzione del Patto di Stabilità Ue: «Stiamo già preparando una manovra economica non semplice». Come ha detto anche il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa, è prematuro parlare di “tesoretti” risparmiati sulla Manovra, occorre vedere come andranno i pagamenti e i dossier nei mesi immediatamente precedenti all’approvazione della Legge di Bilancio. Secondo Salvini si può sicuramente dire che non sarà una Manovra “lacrime e sangue”, in quanto «quella la lasciamo volentieri a Monti» (evocando il Governo tecnico del 2011 che depose il Centrodestra di Berlusconi).



Secondo le prime anticipazioni date dallo stesso Ministro Salvini alla Versiliana, la Lega punta ad aumentare ancora la flat tax per gli artigiani (fino a 100mila euro almeno), anche se per qualsiasi mossa economica da prendere occorrerà capire quale quadro internazionale si troverà l’Italia e l’Europa nei prossimi mesi: con la speranza della vittoria di Trump alle Presidenziali Usa, e richiamando la piena pacificazione nei conflitti purtroppo ancora pienamente in corso, il leader della Lega si scaglia contro l’indirizzo preso ancora da Bruxelles con la nuova Commissione Von der Leyen. In merito al Green Deal Ue, Salvini annuncia l’intento di limitare i danni, «dire dal primo gennaio 2035 si vendono e comprano solo auto elettriche, gran parte Made in China, è un errore dal punto di vista sociale, economico, ambientale, commerciale, industriale. È senza senso». Chiosa non da poco sul tema giustizia, non solo per le riforme portate avanti dal Ministro Nordio, ma per la situazione che ha visto il Governatore della Liguria Giovanni Toti costretto ai domiciliari per 3 mesi senza ancora il rinvio a giudizio, fino alle dimissioni “obbligate” per poter essere scarcerato. Secondo Salvini solo nel nostro Paese un giudice può «sequestrare per tre mesi il governatore eletto liberamente dai cittadini»: per il vicepremier il potere della giustizia ha molta più influenza e incidenza rispetto alla politica, ai giornalisti e agli imprenditori. Il problema – conclude Salvini che pochi giorni fa ha presentato una proposta per uno scudo penale da lanciare ai Governatori di Regione – è che non vi è un «indice di produttività per chi lavora in un tribunale e soprattutto non c’è la responsabilità civile per chi sbaglia sulla pelle di un innocente».