COSA HA DETTO SALVINI IL “DAY AFTER” LA DURA RICHIESTA DI CONDANNA SUL CASO OPEN ARMS (E COSA SUCCEDE ORA)
Passata la richiesta di sentenza, passato il video divenuto virale sui social, Matteo Salvini “incassa” il sostegno dell’intero Centrodestra e annuncia di non volere fare passi indietro dopo la durissima richiesta di condanna di 6 anni sul caso Open Arms: «sono colpevole di aver difeso i confini del mio Paese», ha ripetuto ieri dopo la lettura della sentenza di primo grado presso l’aula bunker del Tribunale di Palermo.
Nel “day after” il leader della Lega nonché vicepremier interviene sui social postando gli attestati di solidarietà della Premier Giorgia Meloni e dell’altro vice Antonio Tajani a dimostrazione della compattezza di una coalizione di Governo davanti ad una condanna considerata profondamente ingiusta da FdI, FI, Noi Moderati e ovviamente anche la Lega. «Grazie a tutti per il sostegno», ha detto Salvini nell’ultimo post, non prima di smentire chiunque chieda a lui un passo indietro (e addirittura le dimissioni) dopo condanna in primo grado. «Non mi arrenderò mai e non mollo», ha concluso il Ministro dei Trasporti, accusato di sequestro di persona per 147 migranti sulla nave ong Open Arms ormai nell’agosto 2019.
Sicuramente, una volta in mano le motivazioni complessive dei giudici di Palermo, la difesa di Salvini presenterà ricorso in Corte d’Appello per una vicenda che alle estreme conseguenze porta anche il rischio di una futura incandidabilità per il leader della Lega. In attesa dei prossimi step del processo (che si prospettano ancora molto lunghi), la politica si è divisa nettamente sulla “sentenza Open Arms” con Governo e opposizioni di fatto ai due lati della contesa “classica” tra garantisti e giustizialista. Secondo i giudici di Palermo Salvini andava condannato perché ha tenuto in “ostaggio” delle persone sulla nave, «in spregio delle regole e non per proseguire in un disegno governativo»; la difesa invece rivendica di aver seguito la Costituzione (che impone la difesa della patria, ndr) e di aver condiviso con l’intero allora Governo gialloverde ogni singola politica sulle immigrazioni.
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ANM ATTACCA IL GOVERNO E DIFENDE LA PROCURA DI PALERMO PER LA SENTENZA OPEN ARMS
Come ulteriore elemento incandescente dopo la sentenza Salvini, il caso Open Arms apre nuovamente lo scontro a stretta distanza fra Governo e magistratura: in particolare, l’Associazione Nazionale Magistrati non ha gradito il tenore dei commenti della maggioranza in seguito alla condanna per 6 anni di reclusione contro il vicepremier Matteo Salvini. La Giunta Esecutiva Sezionale di Palermo dell’Anm in una nota esprime la “solidarietà” verso tutti i giudici coinvolti nel processo dopo le «insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di governo».
Dopo aver attaccato in passato le riforme della giustizia del Ministro Nordio, dopo aver mal digerito le posizioni dei partiti di maggioranza, ora l’Anm interviene a difesa dei colleghi di Palermo dopo la sentenza Open Arms, smentendo qualsiasi coinvolgimento e “accanimento” politico in un caso che però, al netto delle “tifoserie”, è intrinsecamente politico sia per il contenuto, sia per le finalità e sia per lo stesso imputato. Con Salvini e Meloni che hanno definito “folle” il trasformare in crimine il dover di proteggere i confini, è l’intervento stamane del Presidente del Senato Ignazio La Russa – pare – ad aver irritato il sindacato dei giudici: al netto della solidarietà rilanciata dal politico in quota FdI intervenuto alla festa del partito a Lido degli Estensi, il n.1 di Palazzo Madama ha detto di aver piena fiducia nella giustizia anche se spesso i pm dell’accusa vogliono «interpretare le norme», ma non tocca alla magistratura «correggere le norme, anche quando fossero sbagliate: può solo applicare la legge».