Il riscaldamento climatico è un problema innegabile, ma va affrontato con un approccio realistico, non ideologico. Ad esempio, c’è Taranto che riceverà 66 bus elettrici nuovi per affrontare concretamente i problemi dell’inquinamento, peccato però che l’azienda che fornisce questi mezzi è cinese. A segnalare questa vicenda è Matteo Salvini durante la presentazione del saggio “Non è ancora la fine del mondo” ieri al Maxxi di Roma. «Quanto è sostenibile impegnare i nostri figli con un debito pubblico che usiamo per comprare autobus elettrici cinesi costruiti grazie a centrali a carbone? Non penso che queste aziende facciano della sostenibilità ambientale e sindacale il loro core business», il ragionamento del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché vicepremier, le cui parole sono state raccolte dalla Verità.



In merito alle proteste dei manifestanti per il clima, il leader della Lega ha fatto un altro esempio che dimostra come il messaggio si basi su numeri infondati: «Oggi un’auto elettrica emette di più di un’auto diesel nell’intero percorso di vita. Per me è stupido chiudere a Torino e aprire in Cina, ma questo si sta facendo». Matteo Salvini si è poi espresso sul nucleare, dicendosi fiducioso: «Mentre noi siamo qui a dibattere in Francia le centrali nucleari vanno avanti e producono energia. Io vorrei entro la fine dell’anno un impianto normativo per far partire il nucleare anche in Italia».



SALVINI: “INCHIESTA LIGURIA NON FERMI CANTIERI”

Matteo Salvini è intervenuto anche ai microfoni di Tgcom24, in un’intervista di Paolo Liguori in cui si parte dal caso Liguria e dalla vicenda dell’arresto del governatore Giovanni Toti. «Io spero che le indagini di questi giorni non blocchino questo rinascimento, perché il problema non è Toti, Spinelli, Tizio, Caio. Il problema sono milioni di persone, milioni di lavoratrici e lavoratori». L’auspicio del leader della Lega è che il presidente della Regione Liguria venga ascoltato il prima possibile per chiarire la sua posizione. Intanto, lui farà di tutto per non far sì che questa indagine fermi quel «rinascimento economico, turistico, commerciale, industriale, infrastrutturale» di cui Genova, e più in generale la Liguria, è protagonista. Infatti, dopo il dramma del crollo del ponte Morandi, la città «si è rialzata in tempi record, senza un problema, senza un euro sprecato». Ma ci sono tante altre opere che dimostrano questo rinascimento regionale.



«Da ministro, faccio e farò di tutto perché i cantieri che servono non a Salvini, ma ai liguri, agli italiani, vadano avanti e quindi non si interrompano i lavori sul porto, sulle ferrovie, sulle autostrade della Liguria e su quella straordinaria città che è Genova. Solo in Italia si riesce a politicizzare una ferrovia, un’autostrada, una diga o un ponte», ha promesso Matteo Salvini. Peraltro, un’opera come il ponte rappresenta un’arma contro l’inquinamento: «Unisce, disinquina, ripulisce l’acqua e l’aria, permette di lavorare più velocemente, aiuta migliaia di pendolari e turisti. Quante ore di coda si sono fatte migliaia di italiani per attraversare quei tre chilometri di stretto? Invece di stare quattro ore in macchina o in autobus o in moto inquinando, attraversare lo stretto in pochi minuti cambia la vita, non solo di Sicilia e Calabria. La mia determinazione è assoluta».

DAL CASO AUSTRIA AL DOSSIER ITA: IL MONITO DI SALVINI ALL’UE

Infatti, cita i cantieri della TAV e del tunnel del Brennero che procedono. «A proposito di Brennero, sono contento perché per la prima volta nella storia dei governi italiani, noi abbiamo portato un altro paese europeo di fronte alla Corte di giustizia di Strasburgo: l’Austria. Non può bloccare il transito agli imprenditori italiani e ai camionisti italiani quando vuole, a suo piacimento. Finalmente ieri la Commissione Europea ha detto che l’Austria sta violando le regole», ha proseguito Matteo Salvini a Tgcom24. Altro tema delicato è quello che riguarda ITA, per la quale il vicepremier si scaglia contro l’Europa: «Se ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro e la Commissione Europea prende tempo e fa perdere tempo, è gravissimo. Se a Bruxelles qualcuno in queste ore sta lavorando per far saltare l’operazione, lo considero un atto ostile contro l’Italia e gli italiani. Rischierebbero di far saltare migliaia di posti di lavoro, di aprire il mercato italiano a competitor di altre parti del mondo. Sarebbe l’ennesima dimostrazione che a Bruxelles ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B».

Questo, ha precisato il leader della Lega, è uno dei motivi per il quale il Carroccio «non voterà mai un nuovo mandato a Ursula von der Leyen, così come non lo abbiamo votato cinque anni fa». Quindi, ha rilanciato su Ita e Lufthansa: «Se a Bruxelles qualcuno boicottasse l’unione, sarebbe un danno enorme per l’Italia e ne chiederemo conto a chi si sta prendendo questa responsabilità in tutela, in primis, di migliaia di lavoratrici e lavoratori».