«Litigare non serve, è un momento drammatico. Io cerco di costruire e proporre». Così Matteo Salvini a Domenica Live parla della polemica delle ultime ore, cioè quella relativa al discorso di Fedez al Concerto del Primo Maggio. «Se vorrai ospitare un confronto tranquillo tra me, Fedez e chiunque altro voglia parlare, io sono a disposizione». Il segretario della Lega ha preso le distanze dalle frasi dei leghisti lette dal rapper sul palco: «Le frasi che ho sentito sono disgustose. Io personalmente ricevo quotidianamente minacce e insulti, anche alla mia compagna e ai miei figli, ma vado oltre. Bisogna condannare chi si esprime in maniera così bestiale, ma chi aggredisce rischia già oggi fino a 16 anni di carcere, senza bisogno di una nuova legge». Quindi ha attaccato la Rai e ha invitato ad una riflessione: «Io sono contro ogni censura, se può parlare Fedez, non mi spiego la voglia di censura contro Pio e Amedeo. La Rai, a differenza di Canale 5, è pagata da tutti gli italiani, che hanno pagato 500mila euro il Concerto di ieri». Quindi ha aggiunto: «Fedez si lamenta di una tentata censura e poi la vuole imporre a chi ha idee diverse. I vertici della Rai non li ho decisi io, si mettessero d’accordo loro perché i problemi degli italiani sono altri».
A proposito del ddl Zan, Matteo Salvini ha spiegato perché è contrario: «Prevede la galera fino a 6 anni per chi esprime alcune idee. Io ritengo che l’amore sia libero, ma per quello che mi riguarda i bimbi hanno bisogno di una mamma e di un papà. E sono anche contro l’utero in affitto. Un articolo prevede un nuovo reato: istigazione alla discriminazione, quindi chi sostiene di essere contro le adozioni omosessuali rischia 6 anni di carcere». C’è un altro aspetto a cui si oppone: «Poi entra nelle scuole elementari, portando un’ideologia gender che se portata agli estremi dice a mia figlia di 8 anni che ognuno può decidere cosa essere. Lasciamo i bimbi fuori da questa contesa. Non bisogna entrare nella discussione dei valori e delle idee, perché i concetti di mamma e papà non si devono toccare». La Lega comunque ha una proposta: «La proposta della Lega prevede pene più severe per chi aggredisce anche in base a discriminazioni sessuali. Possiamo votarla anche domani mattina, ma togliamo i bambini, che hanno diritto di crescere con altro e poi quando saranno più adulti parlarne. Togliamo i bambini da questa contesta politica e togliamo un reato per il quale si potrebbe processare chiunque. Le adozioni omosessuali per me non sono all’ordine del giorno e voglio poter fare questa battaglia senza rischiare un processo. Io processo la violenza, non le idee».
Quindi, ha concluso chiedendo di lavorare per inasprire le pene per chi commette aggressioni con l’aggravante della discriminazione, ma senza una nuova legge. Oltre ad aver ribadito la sua battaglia contro il coprifuoco, ha attaccato Beppe Grillo per il video sul figlio Ciro, accusato di stupro: «Ecco, non ho sentito Fedez, Letta e gli altri dire qualcosa. Al Grillo padre non posso dire nulla, ma al Grillo politico e ai grillini dico vergogna». (agg. di Silvana Palazzo)
MATTEO SALVINI OGGI A DOMENICA LIVE
Alle ore 14.30 il segretario della Lega Matteo Salvini verrà intervistato da Barbara D’Urso a Domenica Live per fare il punto sull’attualità politica, inevitabilmente partendo dal gran caos avvenuto ieri in diretta tv nazionale sulla Rai per il monologo di Fedez: gli attacchi alla Lega sul Ddl Zan, la denuncia della presunta (tentata) censura di Rai 3 al suo monologo e le enormi polemiche politiche che ne hanno seguito, rendono incandescente il dibattito oggi tanto sul fronte politico della legge contro l’omofobia, quanto per la diatriba sulla Rai “lottizzata” dai partiti. Annunciando la propria presenza su Canale 5 per parlare dell’attualità (oltre al Ddl Zan anche la battaglia della Lega contro il coprifuoco, le riaperture, il Recovery Plan e l’immigrazione), Salvini sui social pubblica un video dove spiega il suo punto di vista dopo le polemiche delle ultime 12 ore. «Io sono sempre contro ogni tipo di censura, viva l’arte, via la poesia, viva la musica e viva la libertà: ma la polemica tra Fedez e Rai, con Conte, Letta e Di Maio contro la Rai, è una polemica tutta a sinistra. Se la cantano, se la suonano e se la censurano tutti da soli».
LO SCONTRO SALVINI-FEDEZ SUL DDL ZAN
Non solo, Salvini spiega come la presunta censura tentata e lamentata da Fedez avveniva su Rai 3 ad opera di un dirigente che è stato portavoce di Walter Veltroni quando era sindaco di Roma. Per questo motivo, conclude il leader della Lega sul “nodo” Rai «se la risolvano tra di loro senza tirare in ballo la Lega o il Centrodestra». Sul tema invece più politico del Ddl Zan, l’ex Ministro degli Interni ribadisce la sua posizione: «se si invoca la libertà allora libertà sia sempre, quindi mi domando quelli che invocano la libertà per Fedez perché chiedano il bavaglio per Pio, Amedeo e la satira». A proposito di censura, conclude Salvini, «io sono contro la legge Zan che impone censura e galera per chi pensa che adozioni gay, utero in affitto e lezioni gender a bambini di 5-6 anni a scuola non siano il futuro del nostro Paese». La Lega ha presentazione una proposta di legge che aumenti ancora le pene per chi insulta, discrimina e picchi chiunque non la pensi come lui: però, chiarisce Salvini «nuove leggi che mettano il bavaglio non penso che servano a questo Paese che deve ripartire con libertà piena. Non c’è una sinistra che può decidere che cosa è bene e che cosa è male. Viva la libertà sempre e comunque». Ieri sera, rispondendo direttamente a Fedez dopo il monologo durissimo fatto in diretta Ra, Salvini aveva scritto su Facebook «Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti. Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo».