Domani si discuterà della norma “della discordia” Salva-Roma in Consiglio dei Ministri e dopo una giornata di polemiche e bufere contro Salvini per la cosiddetta foto col mitra non si apprestano ad essere ore “semplici” per il Governo gialloverde. Fonti della Lega rilanciano ancora in serata che «non approveremo alcuna norma salva-Raggi» e Conte dovrà tentare di mediare per l’ennesima volta tra i due litiganti vicepremier (più del solito). L’opposizione e parte del M5s hanno richiesto le dimissioni di Luca Morisi, beccandosi la replica secca di Salvini stamani «polemiche sul nulla»: ora però la “palla” politica diventa sempre più ingombrante e sulla Salva-Roma si rischia una vera e propria frattura. «Sul cosiddetto salva Roma la Lega forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo», fanno sapere i vertici del M5s in una nota pubblica al veleno contro i compagni di governo del Carroccio.



DE MAGISTRIS “SALVINI DELIRA”

«Salvini è in preda ad un delirio di onnipotenza», scatta d’ira anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dopo che già ieri Saviano si era scagliato contro il Ministro degli Interni, «Si sente capo del governo, capo delle forze armate, capo della guardia costiera, capo della polizia, adesso vergognosamente impugna spavaldo un mitra. Forse è davvero il capo… ma di altro purtroppo… chi indovina?». Il caso Luca Morisi insomma continua ad infiammare la politica nei giorni di “festa” e di “pausa” dopo gli scontri accesissimi visti la scorsa settimana. Ad intervenire sulla polemica ci pensa anche Luca Di Bartolomei, figlio del grande calciatore Agostino morto suicida 25 anni fa a Roma, che in una intervista a Repubblica spiega «Errore di comunicazione? Niente affatto. L’atto di Luca Morisi rientra in una strategia precisa. l’obiettivo era deviare l’opinione pubblica dai guai giudiziari della Lega dopo il caso Siri-Arata. Quelle che ha usato ieri Morisi, per evidenziare ciò che secondo i dirigenti della Lega è un complotto ai loro danni, a mio avviso sono parole eversive. Soprattuto perché provengono da una maggioranza di governo che ha ben chiaro il progetto di diffondere le armi tra la popolazione civile in nome di un’emergenza sicurezza che non esiste», afferma l’autore del libro “Dritto al cuore. Armi e sicurezza: perché una pistola non ci libererà mai dalle nostre paure”.



“FOTO CON MITRA? POLEMICHE SUL NULLA”

«La foto col mitra su Facebook? Sono polemiche fondate sul nulla»: così il Ministro degli Interni Matteo Salvini da una piazza di Pinzolo questa mattina (dove si trova per qualche giorno di vacanza, ndr) prova a spegnere le polemiche esplose ieri per il post lanciato dal suo spin doctor Luca Morisi. «Stamattina ho pubblicato la foto di tre peluche che porto in gita a Campiglio con mia figlia e hanno polemizzato anche sui peluche, quindi vuol dire che se la sinistra si attacca alle foto per polemizzare ai peluche, ai mitra o al pane e Nutella vuol dire che stiamo lavorando bene» aggiunge ancora Salvini nella folla leghista da cui, una volta di più, rilancia la corsa verso le Elezioni Europee. L’autentico snodo politico sarà proprio quel 28 maggio prossimo, dove anche le crisi di Governo potrebbero “sanarsi” o definitivamente “esplodere” creando la caduta dell’esecutivo Conte come molti analisti sostengono in questi giorni. «Crisi? Non ci penso neanche. Ho, anzi abbiamo, ancora troppe cose da fare» ha provato a tagliar corto il leader della Lega in una odierna intervista al Quotidiano.net.



SALVINI “CRISI DI GOVERNO? NOI NO, MA M5S..”

«Mi auguro – aggiunge Salvini riferendosi direttamente agli alleati del M5s – che qualcuno non voglia far saltare il tavolo per interessi di partito. Io non ho intenzione né di andare a votare prima del previsto, né di tornare al passato» ha provato a spiegare nella intervista il titolare del Viminale. È chiaro che sui casi Siri e Raggi la tensione è divenuta sempre più forte e nei giorni prossimi, con il Cdm sul SalvaRoma che potrebbe definire nuovi “accordi” tra Salvini e Di Maio per una sorta di tregua fino alle Europee, le opposizioni non faranno sconti alle forze di Governo: «in un Paese civile ciascuno è innocente fino a prova contraria. E pretendere le dimissioni all’inizio degli accertamenti della magistratura non è da Paese civile. Se così non fosse, perché la Raggi non si è dimessa quando è stata indagata? È rimasta sotto indagine per due anni, poi è stata assolta. E se si fosse dimessa?», rilancia Salvini stuzzicando ancora i M5s, «Noi siamo stati gli unici a votare contro tutti gli indulti, gli sconti di pena, gli svuotacarceri. Noi pensiamo che la pena debba essere certa. Ma la pena: cioè la sanzione decisa dai giudici dopo una condanna. Chi viene condannato deve andare in galera. Ma chi viene condannato». Su Roma il giudizio di Salvini non cambia e la sfida ai Cinque Stelle resta totale al netto delle “tregue”: «A Roma mi sembra che c’è un sindaco che non ha il controllo della città, dei conti, della pulizia, delle strade, delle case, quindi regali non ne facciamo, la Lega non ne fa. Non ci sono comuni di serie A e comuni di serie B, se in tanti hanno dei problemi aiutiamo quelli che hanno dei problemi, non ci sono comuni più belli o più brutti».