Di Salvini e della sua fede cristiana ne abbiamo parlato e ne hanno parlato tutti in questi mesi: il comizio con rosario e richiesta di protezione dalla Madonna Regina d’Europa avvenuto prima delle Elezioni Ue ha sollevato ancora di più la polemica e gli italiani, al netto dei risultati, sembrano averlo premiato anche per quella “battaglia” cultural-religiosa che a molte prelati e uomini di Chiesa non è piaciuto. Nell’intervista in esclusiva al settimanale Chi (dal 5 giugno in edicola, ndr), parla a tutto campo il protagonista politico del momento, leader di una Lega che ha raggiunto il 34% partendo dalle ceneri di un partito-locale solo pochi anni fa: «Mi criticano perché non sto abbastanza al Viminale? Per prendere decisioni non è necessario stare alla scrivania. Parlo con tutti e risolvo migliaia di problemi anche seduto in macchina. Mantengo il contatto con la realtà del Paese, facendo come fanno tanti italiani che staccano dal lavoro, stando con i figli. E poi grazie ai miei comizi, su e giù per l’Italia, per strada, con gli imprenditori, le associazioni dei commercianti. Il successo della Lega è dovuto anche a questo: lavorare molto, ma con grande umiltà, sugli obiettivi prioritari. Tenendo i piedi per terra. Sono fortunato, ma adesso rimbocchiamoci le maniche, la sfida è quella fiscale. Tagliare le tasse è fondamentale per la crescita. E ci auguriamo che funzioni davvero».
MATTEO SALVINI TRA ROSARI E PELLEGRINAGGI
È però dal tema della fede “testimoniata” in politica che parte l’intervista del settimanale diretto da Alfonso Signorini: «sono molto devoto alla Vergine Maria, ma vorrei esserlo di più. Vorrei fare il cammino di Santiago di Compostela e ho chiesto di andare a Pietrelcina. Un posto incredibile, dovrebbero andarci tutti. Ringrazio la Madonna perché sono fortunato. Ho 46 anni, due figli che adoro e una compagna con cui mi trovo benissimo». Salvini parla della sua fede e lo fa con il consueto linguaggio diretto che così tante consensi – ma anche divisioni – ha generato nel popolo cristiano, sempre più multiverso e non legati ad un unico partito: «sono un uomo fortunato. Faccio un lavoro che mi piace moltissimo, godo di buona salute, ho due figli fantastici e una compagna con cui sto molto bene. Auguro a tutti di poter fare il lavoro che sognano, ma devo dire che ero soddisfatto anche quando, da ragazzo, ero un giornalista. L’importante è riuscire nel lavoro che si ama», prosegue nell’intervista a Chi il leader della Lega. È di questi giorni intanto l’ennesimo attacco giunto da uomini di chiesa, e fin qui legittimo, che si è trasformato però in un giudizio ai limiti della querela: «Salvini assomiglia a Hitler? Confermo tutto quello che ho detto tempo fa. Le ultime scelte che sta facendo lo riconfermano, tipo la chiusura dei porti. Hitler i disgraziati li metteva nei forni, Salvini-selfini, il ministro dell’Inferno, i disgraziati li butta a mare», racconta a La Zanzara Don Aldo Antonelli, parroco di Avezzano, «Salvini è un pluriassassino, non un assassino. Dovrebbe essere denunciato alla Corte Internazionale, al Tribunale Internazionale, per crimini contro l’umanità. Uno che fa affogare migliaia di persone nel mare, come lo chiami?».