Non è solo una “domanda banale” quella che alberga dopo le recenti opposte decisioni dei tribunali siciliani in riferimento agli effetti della politica dei “porti chiusi” di Matteo Salvini quando ancora sedeva al Viminale: nelle ultime due settimane, la procura di Catania ha chiesto l’archiviazione dall’accusa di sequestro di persona per il caso Gregoretti al leader della Lega, mentre per un’altra nave salva-migranti – la ong Open Arms – la procura di Palermo ha disposto il rinvio a giudizio con processo al via il prossimo 15 settembre.



Oggi sul Corriere della Sera Massimo Franco ha provato a fare “ordine” sulle ultime vicende che vedono intrecciarsi inevitabilmente giustizia e politica: la differenza principale riguarda in primo luogo il fatto che la nave Gregoretti era della Marina Italiana e dunque direttamente alle dipendenze dello Stato, mentre per l’Open Arms si tratta di una ong spagnola che negli ultimi giorni è stata accolta con il proprio Presidente Oscar Camps dal segretario del Pd Enrico Letta (con tanto di felpa “provocatoria” contro l’ex Ministro dell’Interno). Nel caso del processo di Palermo, inoltre, hanno diretto coinvolgimento anche l’allora Premier Giuseppe Conte e Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che inevitabilmente saranno ascoltati anche in Aula da settembre in poi.



SALVINI, I CASI OPEN ARMS-GREGORETTI E LE REAZIONI POLITICHE

Al di là delle differenze giuridiche però – che andranno verificate in sede di processo (per Open Arms visto che su Gregoretti è l’accusa ad aver richiesto il proscioglimento per Salvini) Franco analizza le possibili reazioni per il Governo Draghi con la disputa sempre più forte tra Pd e Lega. «Accentuerà la strategia leghista di muoversi in una zona grigia tra governo e opposizione: un limbo spregiudicato e logorante», spiega l’editorialista del CorSera. Per Salvini infatti, sottolinea ancora Massimo Franco, «il processo sarà un problema personale e insieme un’opportunità politica: quella di ergersi a difensore unico dell’Italia contro l’immigrazione clandestina; e dunque di riprendersi e sventolare un fazzoletto di identità da mesi sgualcito e nascosto dalla pandemia del Covid-19. Il capo del Carroccio potrà dire agli elettori di essere il capro espiatorio di scelte compiute quando era al governo da solo col Movimento Cinque Stelle».



In merito allo scontro diretto con il Pd, negli ultimi giorni Salvini ha fatto sapere che Letta lo ha chiamato poco dopo l’incontro con Oscar Camps per spiegargli che «il gesto della felpa non aveva nessun intento polemico nei suoi confronti»: resta però che con l’avanzare del processo la distanza in Cdm tra Carroccio e Dem potrebbe acuirsi sempre di più. Da ultimo, Franco nota «l’eco relativamente scarsa che la decisione di Palermo ha avuto. È come se l’opinione pubblica avesse derubricato mentalmente l’imputazione, peraltro grave, di un leader politico come qualcosa di normale».