Matteo Salvini ha preso parte nella giornata di oggi, lunedì 29 marzo, alla presentazione telematica del Rapporto ISPI 2021 “Il mondo al tempo del Covid. L’ora dell’Europa?” e ha colto prontamente l’occasione per rispondere al duplice invito rivoltogli dal segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. Quest’ultimo ha infatti esortato la Lega a sostenere Draghi nella battaglia per rendere permanente il Next Generation Eu e per cambiare il patto di stabilità, così da mettere in sicurezza l’Italia nei prossimi vent’anni.



“Se questo portasse Salvini e la Lega nel Partito popolare europeo (Ppe) io sarei contento, per l’Italia sarebbe una notizia positiva”, ha aggiunto Letta, con Salvini che gli ha prontamente risposto: “L’Unione Europea è nata su basi fallaci. Se vogliamo far finta di niente e dire che la speranza del mondo è che la Lega entri nel Partito popolare europeo, non si fa un buon servizio… Se si devono dare patenti di democrazia all’elettorato americano, al premier ungherese, al premier polacco, allora questo è molto problematico…”.



SALVINI: “CON PANDEMIA OBBLIGATORIO CONCENTRARSI SUI GRANDI TEMI”

Matteo Salvini ha poi proseguito il suo intervento asserendo: “Se la pandemia consente di concentrarsi su grandi temi va bene, possono andare insieme il sovranismo e l’europeismo, coniugati dal pragmatismo. Cioè Draghi. Letta mi saluta come europeista? Io saluto Letta come sovranista. Se togliamo le etichette dalla giacca possiamo collaborare”. Per arrivare dunque a ribadire ulteriormente: “L’Europa deve concentrarsi su alcuni grandi temi, quali la politica estera, la difesa, la salute, la gestione dei flussi. Se invece si occupa della gestione della spiaggia di Sabaudia, con la direttiva Bolkenstein, non si va lontano. L’Europa è costituita da 27 Paesi: lasciamo spazio queste a 27 realtà”. In conclusione, il leader del partito del Carroccio ha affermato senza troppa retorica o giri di parole che fare parte di un Governo così ampio ci costringe a sottolineare i punti di contatto, piuttosto che le cose che ci distinguono, ma penso che nessuno di noi sia legittimato a dare patenti di democrazia”.