SALVINI, IL VENETO E IL FINE VITA: “LA LEGA NON È UNA CASERMA, QUI C’È LIBERTÀ”

«La Lega non è una caserma, c’è libertà di pensiero»: la spiega semplice il vicepremier Matteo Salvini l’indomani del voto in Consiglio Regionale del Veneto sulla legge che poneva alcune specifiche sul suicidio assistito. In merito alla bocciatura (per un solo voto) della proposta di legge presentata dall’Associazione Coscioni e appoggiata – con libertà di coscienza data dalla Lega sul tema – dal Governatore Luca Zaia, nella puntata odierna di “Agorà” sulla Rai è stato chiesto al Ministro dei Trasporti un commento in merito alla “spaccatura” del Centrodestra su un tema delicato come quello del Fine Vita.



«La mia posizione è assolutamente chiara: la vita va tutelata dalla culla alla fine, bisogna garantire tutte le cure necessarie alle future mamme e a coloro che sono in difficoltà alla fine dei loro giorni però senza arrivare ai livelli olandesi. Il Consiglio Regionale Veneto ha votato, hanno vinto i no, dal mio punto di vista avrei votato anch’io in quel senso lì», sottolinea Salvini dopo la bocciatura della legge sul Fine Vita in Veneto. Il segretario federale commenta poi, in contrasto con la lettura fatta dal Centrosinistra sul voto in Veneto: «La Lega non è una caserma, c’è libertà di pensiero. Per me è bene che sia finita così».



Stamane sul “Corriere della Sera” a domanda diretta al Governatore del Veneto, Zaia replica che «Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo. Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita». Dopo il voto in Consiglio dove la legge non è passata a parità di voti, 25 contro 25 (con il testo che torna in commissione), Zaia ha anche aggiunto «Questa è la democrazia. Dopodiché domani mattina i pazienti terminali, alla luce della sentenza della Consulta, sanno che possono chiedere comunque l’accesso al fine vita».



REGIONALI, VANNACCI, BERLUSCONI E PONTE SULLO STRETTO: GLI ALTRI TEMI COL VICEPREMIER SALVINI

Non di solo Veneto però ha parlato ospite di “Agorà” il vicepremier Matteo Salvini, specie l’indomani di un nuovo incontro con la Presidente del Consiglio in merito al nodo cruciale delle Regionali: «Ieri dopo il Consiglio dei Ministri ho parlato con Giorgia Meloni dell’agenda di governo, ho raccontato quello che stiamo facendo al ministero delle Infrastrutture, l’ho aggiornata su quello che sto facendo da ministro, poi abbiamo parlato di regionali, con il centrodestra contiamo di andare uniti e di vincere». Salvini specifica poi che un accordo con Forza Italia e Fratelli d’Italia «lo troveremo, ovviamente a livello locale ci sono tante persone valide. Per me in linea di principio è giusto sempre sostenere l’uscente, ma nel nome dell’unità della coalizione l’accordo lo troveremo».

Il Ministro ha confermato l’intenzione di non volersi candidare alle Europee ma questo non toglie la presenza di altri personaggi di spicco, a cominciare – forse – dal generale Vannacci: «Ne stiamo parlando, è una persona che stimo Ha fatto il generale in giro per il mondo, salvando vite». In merito all’ipotesi di inserire il terzo mandato per i Presidenti di Regione come novità legislativa, Salvini si dice fermo nel suo intento: «continuiamo la battaglia ma non siamo a Risiko, non è sul mercato delle trattative per le Regionali. Secondo me il terzo mandato nelle Regioni è un fattore di democrazia. Se un sindaco o presidente di Regione è bravo perché non ricandidarlo? Per i parlamentari non c’è questo vincolo».

Sempre ad “Agorà” Matteo Salvini parla poi dei progetti infrastrutturali, su tutti la grande scommessa per il 2024 ovvero il cantiere sul Ponte tra Messina e Reggio Calabria: «Il cantiere del Ponte sullo Stretto di Messina aprirà nel 2024». L’opera, rintuzza il leader della Lega, «non serve a Salvini ma garantisce lavoro a miglia di persone e l’unità dell’Italia, nonché continuità territoriale ai siciliani e ai calabresi. E’ un ponte fra Palermo, Roma, Milano e Berlino». In merito alle polemiche sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, Salvini conclude con le consuete stilettate alla sinistra «il Ponte serve e si farà. Se in Italia si riesce a fare ideologia sui ponti, sulle gallerie, sulle ferrovie. Il Pd e la Cgil sono sempre stati favorevoli al ponte perché crea lavoro, ma ora che c’è Salvini». Chiosa “malinconica” per il vicepremier Salvini quando ricorda l’amico scomparso nel 2023, nonché fondatore di Forza Italia: «Silvio manca come amico come alleato come consigliere. Ci confrontavamo, poi avevamo anche opinioni diverse. Un grande come Berlusconi non può non mancare», ma questo non toglie il rapporto che rimane invariato con Giorgia Meloni, «abbiamo un rapporto che, prima di questa esperienza di governo, non è mai stato così positivo».