Matteo Salvini alza il tiro e attraverso il suo profilo Twitter chiede al Governo una forte presa di posizione contro il Mes: “Se davvero Conte e il governo non vogliono il Mes, basta che calendarizzino e votino la proposta di Legge depositata dalla Lega per la revoca del Trattato. Pd e 5Stelle lo facciano e noi ci siamo! Le risorse offerte dal Mes sono trascurabili rispetto al pericolo che esso venga usato come grimaldello per far entrare in Italia la troika. La vera soluzione è un intervento della Banca Centrale“. Il segretario della Lega spara dunque di nuovo a zero sull’Europa, dopo la polemica a distanza col Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che aveva infiammato la vigilia Pasquale. Il Premier aveva accusato Salvini e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, di aver diffuso fake news sul Mes, col Meccanismo di Stabilità che non riguarderebbe le misure da adottare per questa emergenza coronavirus. Nella giornata di Pasquetta il sottosegretario all’Economia Antonio Misiani ha ribadito la linea di Conte, sottolineando come l’Italia non accederà alla linea di credito del Fondo Salva Stati.
ANCORA UNO STRAPPO TRA SALVINI E L’EUROPA
Dunque l’accordo dell’Eurogruppo, il Governo lo ha ufficialmente ribadito, non prelude a una nuova attivazione del Mes, ma Salvini chiede un gesto di rottura completa rompendo l’ambiguità riguardo le parole di Conte e l’aver giudicato il Mes uno strumento inadeguato, mantenendolo però come misura legittima che l’Eurogruppo potrebbe richiamare in merito all’accordo trovato la settimana scorsa. Poca chiarezza c’era stata anche sulla firma al Mes, che Salvini e Meloni avevano detto di non aver apposto, ma la leader di Fratelli d’Italia era Ministro nel Governo Berlusconi IV che sottoscrisse l’accordo, poi ufficialmente ratificato dal successivo Governo Monti. La revoca del trattato appare uno scenario non credibile per il Governo, ma Salvini alza i toni dello scontro con l’Europa di fatto contravvenendo alle indicazioni di Conte che aveva chiesto invece un atteggiamento più responsabile verso gli alleati europei assieme ai quali è necessario lavorare per trovare un difficilissimo accordo economico.