Salvini: “ministero dell’innovazione a Milano”, “serve scudo europeo contro la Russia”

Durante il Forum Ambrosetti che si sta tenendo a Cernobbio in queste ore Matteo Salvini, esponente della Lega, ha rilanciato l’idea di un “ministero del l’intelligenza artificiale, l’innovazione e la digitalizzazione che porti l’Italia nel futuro e raduni competenze oggi sparse”. L’idea gli è arrivata “parlando con alcuni di voi” e la sede del nuovo ministero dovrebbe essere “a Milano, laddove ci sono i brevetti e le grandi sedi”. Durante il forum, che non prevede uno scontro diretto tra i leader politici in corsa per le elezioni 2022, ma un giro di tavolo, seguito da domande e reazioni della platea, Salvini ha parlato anche delle sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.



Le sanzioni”, sempre secondo Matteo Salvini, “ad oggi hanno comportato un surplus commerciale di 140 miliardi di dollari nelle casse russe”, ma sottolinea anche come “non dico di abolirle, ma serve uno scudo europeo per non danneggiarci”. “Lo scudo europeo”, continua Salvini, “abbassa le speculazioni domani” e conclude il discorso sottolineando come “mi aspetto protezione immediata perché io rappresento il popolo italiano, non interessi stranieri”. Poi, conclude parlando del nucleare, ritenendo “una follia” che ci siano ancora leader politici che lo rifiutano.



Tra Salvini e Meloni è scontro su flat tax e sanzioni Russia

Durante il Forum Ambrosetti ci sono stati alcuni dettagli, raccolti e raccontati da Repubblica, che hanno fatto pensare ad un certo dissapore che inizia a serpeggiare tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Anche la leader di Fratelli d’Italia era presente al forum, seduta vicino a Salvini, e sembra che tra i due ci siano un paio di disaccordi su alcuni punti fondamentali del governo.

La flat tax, innanzitutto, voluta, proposta e promossa soprattutto da Matteo Salvini, disposto anche ad uno “scostamento di bilancio, subito”, per agevolare imprese e lavoratori con una tassazione meno pesante. Mentre per Giorgia Meloni è il caso di frenare, perché “non faccio promesse che non posso mantenere, bisogna considerare i conti pubblici”.



Ma è sulle sanzioni contro la Russia che i leader sembrano avere i maggiori attriti. “Tanti di voi mi hanno detto quanto ci danneggiano”, ha iniziato Matteo Salvini, “avevo preparato 10 cartelle, ma cambio programma, ho qualche slide”. Il discorso ruota attorno a quanto le sanzioni stiano danneggiando gli italiani e l’economia, sottolineando per esempio come “l’alto rappresentante della politica estera Ue a febbraio diceva che le sanzioni avrebbero evitato che i russi venissero a fare shopping in Europa. Non mi pare sia andata così”.

Occorre uno scudo da parte dell’Europa, secondo il leader del Carroccio, ma Giorgia Meloni sembra essere di un altro avviso. Per lei è una questione di credibilità, ma anche economica perché “se l’Ucraina cade e l’Occidente perisce, il vincitore non sarà solo la Russia di Putin ma la Cina”. Per la Meloni le sanzioni sono fondamentali, e l’idea è di continuare su questa linea. E non a caso, quando Matteo Salvini prende le sue slide, Meloni inizialmente sorride, poi butta un occhio al pc, capisce e si mette la testa tra le mani, quasi disperata.