Matteo Salvini si autodenuncia: anche se il prossimo Dpcm non lo permetterà, lui a Natale sarà in strada ad aiutare i senzatetto. Nel corso di una diretta su Facebook, il segretario federale della Lega ha stroncato il ritardo del Governo nel stabilire le regole per il periodo natalizio«siete dei cazzari, siete dei perditempo, non litigate sulla pelle degli italiani» – ed ha sottolineato: «Lo dico in anticipo, mi autodenuncio: se la scelta del governo sarà che 24, 25 e 26 non si può uscire di casa neanche per portare una coperta a chi dorme in strada o un piatto di pasta o una fetta di panettone, io lo farò lo stesso».



Matteo Salvini per tre giorni sarà in strada al fianco dei più deboli, come evidenziato nel corso del video: «Come da anni sono abituato a fare, porterò dei doni ai bimbi più sfortunati la vigilia di Natale, pranzerò con i clochard il giorno di Natale, porterò un pasto caldo e una coperta a chi non ha la fortuna di avere un tetto e una famiglia. Non potete chiudere in casa il cuore e la voglia di aiutare degli italiani».



MATTEO SALVINI: “DIVIDERE LE FAMIGLIE NON HA SENSO SCIENTIFICO”

«Io preannuncio che se il Governo deciderà il tutti chiusi in casa il 24, il 25 e il 26, impedendo a milioni di volontari di aiutare il prossimo, io lo farò. Uscirò e aiuterò, porterò un pasto caldo, una coperta e un sorriso, seppur da lontano. Non potete congelare il cuore degli italiani. Questo no», ha aggiunto Matteo Salvini nel corso del suo lungo intervento, rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio: «Lo dico a Conte: nessuno pensa ai festoni con centinaia di persone, ai pranzi ed ai veglioni di Capodanno assembrati, ma dividere le famiglie non ha senso scientifico, non combatte il Covid ma devasta testa e cuore. Ci sono milioni di italiani soli tutti l’anno e sono doppiamente soli a Natale e Santo Stefano. Non c’è decreto che esista che possa impedire agli italiani di aiutare altri italiani. Non vogliamo andare a sciare in comitiva o a ballare fino all’alba, vorremmo aiutare, riscaldare e unire. Chiediamo troppo? Non penso».