LA PROPOSTA SULLA GIUSTIZIA DOPO IL PROCESSO OPEN ARMS: PARLA MATTEO SALVINI SULL’EVENTUALITÀ DELL’APPELLO

All’interno della vasta riforma della giustizia incardinata dal Ministro Nordio, una proposta arriva dalla Lega di Matteo Salvini dopo l’assoluzione nel processo Open Arms nella sentenza di primo grado dopo quasi 5 anni di udienze: nell’intervista a “Quarta Repubblica” prima di Natale, il vicepremier e leader leghista ritiene ingiusto che gli assolti in primo grado perché “il fatto non sussiste” possano nuovamente tornare a dibattimento nell’eventuale appello dell’accusa.



Imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, Matteo Salvini è stato del tutto assolto da ogni accusa in quanto, appunto, il fatto contestato dai pm di Palermo «non sussiste»: da qui parte il ragionamento del Ministro dei Trasporti che davanti alle domande di Nicola Porro sottoscrive, «Se uno viene assolto in primo grado, perché il fatto non sussiste, non ci deve essere l’appello». Secondo Salvini si buttano anche diversi milioni di euro nel sistema giudiziario per decisioni del genere, come del resto già contestato in tempi non sospetti dal Ministro Nordio nel valutare le varie riforme da adottare nel processo penale. Il vicepremier ragione sul fatto che lui è riuscito a farsi difendere da un avvocato di grido come Giulia Bongiorno per amicizia e vicinanza nel partito, ma chi invece finisce in tribunale e non ha la possibilità di spendere migliaia di euro, «come fa dopo una condanna o dopo un appello successivo all’assoluzione?».



VIMINALE E RIFORME PER IL 2025: SALVINI “PER ORA RESTO DOVE SONO”

Ad oggi, continua Salvini a “Quarta Repubblica”, vi sono quasi 30mila italiani che sono stati ingiustamente incarcerati per errori giudiziari e processuali negli ultimi anni: al di là del processo Open Arms e della sua conclusione positiva per il vicepremier, una riforma della giustizia vera e “radicale” è quanto di più urgente secondo il Governo di Centrodestra. Chi invece dalle opposizioni sosteneva la colpevolezza di Salvini sul caso migranti-Open Arms, e soprattutto chi ritiene che le politiche dell’esecutivo siano da fermare quanto prima anche con l’uso della magistratura, è uscito “sconfitto” dal processo di Palermo.



Un lustro di udienze e processi in cui Salvini era alla sbarra non lo hanno fatto indietreggiare sulla convinzione che fermare gli sbarchi irregolari fosse un atto politico legittimo e richiesto, tra l’altro, dagli elettori alle urne: «un processo politico da cui la sinistra e certi media si aspettavano le manette», eppure si ritrovano ora una piena assoluzione. Secondo Salvini in molti ora «rosicano» e si “curano” con dosi massicce di Maalox: in aula la sinistra di Pd e M5s ha votato per far andare a processo Salvini, eppure gli atti al Viminale «era solo il mio dovere, non era leghismo, fascismo o nazismo». Oltre a richiedere una responsabilità civile per i magistrati che commettono errori nei processi – come richiesto di recente anche dal collega Nordio – per Salvini serve ridurre il senso di “immunità perenne” che alcuni pm sentono di poter esercitare nel muovere processi su processi.

Al termine dell’intervista a Quarta Repubblica è ancora il vicepremier a smentire l’interesse per il Viminale dove al momento resta senza alcuna polemica il Ministro Matteo Piantedosi: le ipotesi smentite dalla stessa Premier Meloni l’indomani della sentenza Open Arms non vedono Salvini rilanciare, anzi «Il ministero è guidato da una persona di cui ho massima stima e a cui mi lega una grande amicizia». Il ragionamento del leader leghista è per il futuro, magari nella prossima legislatura, dove non ci sarà più il “peso” di un processo a carico per atti svolti alla guida degli Interni: «Ho tanti dossier da portare a casa come ministro delle Infrastrutture e sto bene dove sto», conclude Salvini dicendo che il Viminale resta comunque un’esperienza che lo ha segnato positivamente.