«La pandemia mi ha cambiato, tra l’America e la Russia scelgo gli Usa»: è un Matteo Salvini a tutto campo quello intervistato da Massimo Giannini su “La Stampa”, impegnato sul fronte Amministrative a cavare fuori il nome complesso per Milano, ma anche sempre più “scudiero” e garante del Premier Draghi in un Governo dove i tumulti interni a Pd e soprattutto M5s non rasserenano Palazzo Chigi. «Noi vogliamo dare stabilità al governo, in questo anno e mezzo che ci aspetta, dividersi in Parlamento penso non sia utile», spiega il leader della Lega al direttore de “La Stampa”.
Niente strappi, si punta all’unità di intenti per finire la legislatura con quello che Salvini reputa il miglior Premier possibile in questo momento, un’autentica occasione che l’Italia deve sapere approfittare: «Nei prossimi mesi – sottolinea ancora l’ex Ministro – ci sono tre riforme: pubblica amministrazione, fisco e giustizia. Da approvare da parte di un Parlamento che tecnicamente entra nel semestre bianco, durante il quale, qualunque cosa accada in aula, nessuno va a casa. Se i 5 stelle iniziano a farsi i dispetti, votandosi contro a scrutinio segreto, è un casino. Per questo io ho proposto la federazione del centrodestra, per garantire a Draghi e al governo che almeno noi siamo compatti».
SALVINI: “NO PARTITO UNICO CENTRODESTRA MA…”
Ma la federazione è un conto, mentre il partito unico proposto ancora oggi da Silvio Berlusconi e Forza Italia, è proprio un altro concetto: «il partito unico del centrodestra non è all’ordine del giorno, come la vittoria della Champions da parte del Milan, di certo non l’anno prossimo», chiarisce Matteo Salvini spiegando come un unica forza politica riassunta con tutte le anime del Centrodestra non è qualcosa che può nascere “a tavolino”. La proposta della Lega è quella di partire dalla collaborazione sui temi, dalla giustizia fino al fisco: «Proporrò a Berlusconi una carta dei valori condivisi, da sottoporre a chi ci sta: libertà d’impresa, famiglia, innovazione, ambiente». Chiosa finale sul contestatissimo Ddl Zan alla vigilia della convocazione in Commissione Senato di tutti i presidenti della maggioranza: «Letta mi ha mandato un messaggio», conclude Salvini, «Gli ho detto che, se ci troviamo e togliamo i punti delicati e controversi anche secondo la Santa Sede, arriviamo a un accordo. Non capisco perchè si voglia portare l’ideologia in una questione che riguarda le persone: io sono per la libertà di amore, ma senza censura per chi ha un’idea di famiglia di un certo tipo e senza portare certi temi sui banchi di scuola dei bambini di 6 anni».