Da diversi anni è stato lanciato l’allarme stadi nel mondo del calcio. Tra burocrazia e paletti di vario tipo, numerosi progetti sono morti ancora prima di porre la prima pietra. Ma Matteo Salvini è intenzionato a imprimere un cambio di rotta. Il ministro delle Infrastrutture ha scritto una lettera a La Provincia di Lecco, affermando che “recentemente al Mmit ho incontrato i dirigenti dell’As Roma per fare il punto della situazione sull’auspicata nuova casa dei giallorossi”. Ma non solo.



Salvini ha infatti confermato la sua piena disponibilità e quella del ministero per “facilitare la realizzazione di stadi sempre più moderni e sicuri”: “A tutti gli interlocutori desiderosi di investire, ho ribadito il concetto: il calcio italiano è in fase di drammatico declino. Serve raddrizzare la rotta. Io posso garantire per quanto di mia competenza, e quindi sarò sempre pronto e disponibile ad accompagnare i progetti nell’ottica di migliorare le città e rendere più competitivi i nostri club e i nostri tornei”.



Salvini, obiettivo sbloccare gli stadi

Uno dei casi più recenti è quello di Milano, con l’azione – assente – del sindaco Sala e della maggioranza di sinistra. Fattori che rischiano “che Milan e Inter realizzino nuovi impianti fuori città. Sarebbe un colpo durissimo per l’immagine del capoluogo lombardo”: “Eppure una vicenda di rilevanza mondiale è incagliata tra polemiche, indecisioni e quelli che il presidente Silvio Berlusconi definiva ‘lacci e lacciuoli'”. Ma come evidenziato da Libero i casi sono parecchi: da Palermo a Venezia, passando per Firenze, Verona e Cagliari. Sin qui gli impianti concessi e ristrutturati dalle società sono appena quattro: gli stadi di Udinese (Udine), Atalanta (Bergamo), Sassuolo (Reggio Emilia) e Juventus (Torino). I tira e molla mettono a serio rischio investimenti corposi e il 2032, anno degli Europei che l’Italia potrebbe ospitare, è sempre più vicino.

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