Si è scritto il primo atto del processo Open Arms che vede coinvolto Matteo Salvini. Dopo una prima parte dell’udienza preliminare, questa è stata rinviata. Oggi comunque il gup Lorenzo Jannelli ha ammesso tutte le parti civili che si sono costituite e disposto la traduzione dallo spagnolo e dall’inglese di alcuni documenti di bordo sulla nave Open Arms, accogliendo la richiesta della difesa del leader della Lega. Le prossime date dell’udienza sono fissate per il 14 gennaio, quando verrà conferito l’incarico al perito per la traduzione, e il 20 marzo, giorno in cui si entrerà nel merito con le richieste dei pm e l’intervento della difesa e delle parti civili.



Per quanto riguarda l’ammissione da parte del gup della produzione documentale richiesta dalla difesa di Salvini, tra queste ci sono diverse mail scambiate col premier Giuseppe Conte, a dimostrazione che le azioni sarebbero state condivise, quindi frutto di un’azione collegiale. Tra gli atti ammessi anche la deposizione dell’ex ministro Danilo Toninelli resa a Catania nell’ambito del procedimento Gregoretti. La Procura di Palermo non si è opposta, ma riservata di chiederne l’esclusione dal procedimento, dopo aver esaminato la documentazione. Dal canto suo, Salvini uscendo dall’aula ha dichiarato: «A processo c’è un ministro che ha difeso la dignità dell’Italia dopo che la nave spagnola Open Arms, che si trovava in acque maltesi, ha rifiutato di approdare in due porti spagnoli». (agg. di Silvana Palazzo)



SALVINI-OPEN ARMS, “IMPUTATO PER AVER DIFESO LEGGI”

Nel corso dell’udienza nell’aula bunker del carcere Ucciardone, l’avvocato di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno, ha chiesto la produzione di alcuni documenti. Richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari. Era stata la stessa legale del leghista a rimarcare che la scelta di non far sbarcare a Lampedusa i migranti a bordo della Open Arms “non fu del ministro dell’Interno, ma dell’intero esecutivo“, citando a riprova di ciò alcuni tweet dell’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, e alcune mail della Open Arms. Come riportato da La Repubblica nel frattempo Matteo Salvini è uscito dall’aula e ai giornalisti ha dichiarato: “Ho appreso che due dei migranti che avrei sequestrato sono adesso in carcere, a Ragusa e a Caltanisetta, vedremo per quale motivo. Altri 44 sono spariti, andati non sappiamo dove. E io, che ho solo difeso i confini e la legge, mi ritrovo oggi imputato, nell’aula dove si tenne il maxiprocesso. Lo trovo alquanto singolare”. (agg. di Dario D’Angelo)



SALVINI-OPEN ARMS: AL VIA L’UDIENZA

Ha avuto inizio da pochi minuti nell’aula bunker del carcere Ucciardone l’udienza preliminare in cui Matteo Salvini è imputato nel caso “Open Arms“: il leader della Lega finirà a processo? Nell’atto d’accusa della procura di Palermo contro Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato e rifiuto di atti d’ufficio rientrano due lettere in cui Giuseppe Conte, allora premier del governo gialloverde, chiedeva al suo ministro dell’Interno di far sbarcare i 27 minori non accompagnati. Lo riporta “La Repubblica”, sottolineando come secondo l’accusa quelle due missive smentiscono in pieno la linea difensiva dell’imputato Salvini che ha sempre parlato di una decisione collegiale sul respingimento della Open Arms, e che è chiamato a rispondere della decisione di non far sbarcare a Lampedusa per sei giorni i 107 migranti salvati dalla Ong spagnola. Oggi Salvini è a Palermo per l’udienza preliminare in cui il gip Lorenzo Jannelli dovrà decidere se dare seguito alla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore capo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Geri Ferrara. Il leader della Lega su Twitter ha ironizzato: “Buongiorno da Palermo, mi porto avanti con le ottime arance siciliane“.

SALVINI-OPEN ARMS, LEADER LEGA A PROCESSO?

Le due lettere firmate da Giuseppe Conte sono datate una 14 agosto 2019, l’altra 16 agosto. Nella prima, secondo quanto messo nero su bianco dal tribunale dei ministri di Palermo nella memoria inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, “il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte invitava ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza ai minori presenti sull’imbarcazione“. Salvini dal canto suo “respingeva ogni responsabilità al riguardo evidenziando che i minori a bordo della nave spagnola dovevano ritenersi soggetti alla giurisdizione dello Stato di bandiera anche con riferimento alla tutela dei loro diritti umani“. Il 16 agosto, nello stesso giorno in cui il Tribunale dei minori di Palermo aprì i procedimenti per attivare le tutele dei minori non accompagnati, ritenendo non soddisfacente la risposta di Salvini, “il presidente del Consiglio rispondeva alla missiva di Matteo Salvini ribadendo con forza la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori presenti a bordo della Open Arms, anche alla luce della presenza della nave al limite delle acque territoriali (in effetti vi aveva già fatto ingresso) e potendo, dunque, configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento“.

OPEN ARMS, LA RICOSTRUZIONE DEL CASO

Conte, ricostruisce il tribunale dei ministri di Palermo, “aggiungeva di aver ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di Stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, indipendentemente dalla loro età“. Il premier invitava dunque il ministro dell’Interno “ad attivare le procedure, già attivate in altri casi consimili, finalizzate a rendere operativa la redistribuzione“. Quella seconda lettera sbloccò lo sbarco dei minori, mentre la procura di Agrigento ordinava un’ispezione della nave, “nel corso della quale si constatava il sopraffollamento e le scarse condizioni in cui versavano i migranti“. Due giorni più tardi, il 20 agosto, a bordo arrivò il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che dispose il sequestro preventivo in via d’urgenza della Open Arms, e i migranti vennero fatti sbarcare a Lampedusa.