Botta e risposta a “Mezzo’ora in più”, su Rai 3, tra Matteo Salvini e Aboubakar Soumahoro, sindacalista di Usb e portavoce delle battaglie contro il caporalato e per i diritti dei braccianti. Ospiti entrambi del programma di Lucia Annunziata, si sono confrontati sul tema della regolarizzazione dei clandestini per far fronte alla necessità di braccianti agricoli per i accolti nei campi a causa dell’emergenza coronavirus. «Ora scioperano i clandestini? Ma in che Paese viviamo?», ha sbottato il leader della Lega. Non è tardata ad arrivare la replica di Soumahoro: «Senatore Salvini, metta gli stivali e venga nel fango dei campi con noi». Tutto parte dalla proposta della ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, quella di dare il permesso a 600mila persone. Si è aperto il dibattito politico e Soumahoro, che aveva chiesto al governo via social di regolarizzare tutti «non per convenienza, ma per dovere di Stato», ha minacciato lo sciopero se non ci fosse stata la regolarizzazione. Da qui la reazione di Salvini.
SALVINI, LITE CON SOUMAHORO “CLANDESTINI SCIOPERANO?”
«Lei minaccia uno sciopero se il governo non regolarizzerà tutti? Ora scioperano anche gli immigrati clandestini?», ha sbottato Matteo Salvini a “Mezz’ora in più”, da Lucia Annunziata. «Io penso prima agli italiani e anche ai tanti immigrati regolari che hanno perso il lavoro e vivono grandi difficoltà», ha proseguito il leader della Lega. Allora Aboubakar Soumahoro, sindacalista di Usb, ha subito risposto in collegamento dalla campagna dove sta lavorando: «Venga nei campi assieme a noi, senatore, combattiamo il caporalato assieme». Ma Salvini non ha esitato a ribattere: «Sono stato in giro per tante aziende agricole… o si tagliano le tasse e si toglie burocrazia agli imprenditori agricoli, o non ne veniamo più fuori. Ma cosa c’entri questo con una sanatoria globale di centinaia di migliaia di immigrati non lo capisco». Poi però Salvini ha precisato di essere d’accordo per «prolungare per un limitato periodo di tempo il permesso di lavoro a chi è già impegnato nelle campagne», invece non lo è per «una sanatoria indiscriminata di centinaia di migliaia di immigrati irregolari».