L’INTERVISTA DI MATTEO SALVINI A OTTO E MEZZO: PONTE E ZELENSKY, COSA HA DETTO
La prima pietra del Ponte sullo Stretto, i rapporti con la Premier Meloni, il tema delicato della giustizia e addirittura Zelensky a Sanremo: di molto si è parlato ieri con il Ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini durante la lunga intervista di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo”. Con il consueto corredo di frecciatine e attacchi velenosi – storicamente, Salvini rappresenta per la conduttrice di La7 uno dei “bersagli” (politicamente parlando) preferiti – il leader della Lega torna in una intervista televisiva dopo settimane passate con minor presenza mediatica. «Su un altro ponte, di cui si parla da alcuni decenni e per le cui parole gli italiani hanno già speso 300 milioni di euro, un po’ più a Sud, posso assicurare che stiamo lavorando con determinazione e coraggio, ed entro due anni poseremo la prima pietra», ha detto il Ministro delle Infrastrutture a “Otto e Mezzo” e lo ha ribadito anche oggi nel question time al Senato. Il Ponte sullo Stretto non solo si farà ma con i lavori di progettazione che stanno procedendo si potrà arrivare ben presto alla prima vera posa.
La polemica mediatica del giorno è però il giudizio dato da Matteo Salvini sulla presenza come ospite in collegamento nella serata finale di Sanremo del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky: imbeccato da Gruber, il vicepremier si è limitato a spiegare «Speriamo che Sanremo rimanga il Festival della canzone italiana e non altro. Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica». Salvini ha poi detto che se guarderà il Festival sarà per la musica e non per altro: «su Zelensky non giudico. È l’ultima settimana di campagna elettorale e se avrò tempo di guardare Rai Uno sarà per ascoltare canzoni, non per ascoltare altro». Il leader leghista conclude poi dicendo di essere alla vecchia maniera: «adoro la canzone italiana. Non dico chi spero che vinca sennò lo danneggio e arriverà ultimo sicuramente. Ho le mie preferenze ma in campo canoro, non in altri campi», e in merito al Presidente ucraino chiosa con una battuta, «non so come canta, ho altre preferenze».
SALVINI REPLICA A PROVOCAZIONI LILLI GRUBER: “NESSUN PROBLEMA CON MELONI”
L’intervista da Lilli Gruber ha però affrontato anche tutta un’altra serie di tematiche presenti nella dialettica politica attuale: Salvini ha infatti difeso la riforma della giustizia messa in campo dal Ministro Carlo Nordio, spiegando in particolare sulle intercettazioni come l’importante sarà portare a casa in 5 anni la piena riforma, «le intercettazioni servono per scovare i mafiosi, però non possono essere usate all’infinito e pubblicate sui giornali senza che ci sia alcuna rilevanza penale». Il vicepremier sottolinea poi come «La giustizia deve riformare i tempi della giustizia civile e garantire il carcere ai colpevoli, ho piena fiducia in Nordio. Gli abusi della pubblicazione di argomenti che entrano nelle case degli italiani e finiscono sui giornali senza alcuna rilevanza penale, sicuramente vanno sanati».
Salvini cita il nemico e rivale Matteo Renzi difendendo la sua privacy: «Non sta a me difenderlo però, leggere su un giornale il conto corrente di Matteo Renzi che è lontanissimo da me per cultura…se lei leggesse sul giornale il suo conto corrente, penserebbe di vivere in un Paese civile e democratico? Che facciamo dei politici pubblichiamo radiografie e tac? – ha continuato il Ministro leghista – Se c’è una rilevanza penale è giusto che la gente sappia, se si sbircia dal buco della serratura, non è giustizia». Sul suo lavoro al Ministero, Salvini si dice soddisfatto della partenza (che ha visto nascere subito il nuovo codice degli appalti): «Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo iniziato a fare, nel mio ministero in tre mesi stiamo accelerando, sbloccando, liberando cantieri e posti di lavoro». Gruber prova a punzecchiarlo sulle distanze e diversità di vedute con la Premier in quota FdI, ma Salvini replica «Stiamo dando chiari segnali di cambiamento e soprattutto di compattezza, tutte le scelte sono condivise»; la conduttrice allora insiste e chiede se sia più facile lavorare con un premier uomo o donna, ma il vicepremier stronca subito «Non mi sono mai posto questa domanda, lavoro benissimo con Giorgia. La chiamo Giorgia, non mi sono mai posto il problema. La stimo, stiamo facendo molto bene, se uno è bravo è bravo, che sia uomo o donna. Il o la presidente? Non ci ho pensato, adesso ci penserò e glielo dirò a fine trasmissione».