L’AFFONDO DI SALVINI SULLE NOMINE DEI TOP JOBS UE: “SENTO PUZZA DI COLPO DI STATO”

«Sento puzza di colpo di stato»: Matteo Salvini interviene in maniera piuttosto netta sulla complessa trattative per le nomine dei “Top Jobs” Ue in corso oggi e domani al Consiglio Europeo. Dopo le forti critiche dettate ieri dalla Premier Giorgia Meloni in Parlamento per l’atteggiamento usato dai leader di PPE, S&D e Renew nello stabilire la spartizione delle cariche (Commissione Ue, Consiglio Ue e Alto Rappresentante), ecco che anche il leader della Lega non trattiene la piena insoddisfazione per quanto emerge da Bruxelles in queste ore.



Intervistato a “Dritto e Rovescio” su Rete 4 il vicepremier commenta: «Quello che sta accadendo in queste ore puzza di colpo di Stato dei burocrati europei sulla pelle dei cittadini». Secondo Salvini i risultati delle Elezioni Europee hanno dimostrato che milioni di cittadini europei hanno votato con chiarezza i partiti di Centrodestra chiedendo un cambio importante e radicale dell’Europa vista fino ad oggi. Passano poche settimane e le trattative per i “Top Jobs” vedono al tavolo le stesse facce con gli stessi criteri di nomina: Meloni ieri e Salvini oggi fanno capire che il metodo usato a Bruxelles è tutt’altro che democratico. Se la leader FdI ha parlato di “sgarbo” alla democrazia aver posizionato cariche per i liberali finiti dietro all’ECR, il segretario della Lega è ancora più diretto: «Milioni di europei hanno votato e hanno chiesto di cambiare l’Europa da tutti i punti di vista e invece cosa ripropongono? Le stesse facce: Ursula von der Leyen alla Commissione, un socialista al Consiglio europeo, una indicata da Macron per la politica estera», riferendosi ai “Top Jobs” dello schema in corso, ovvero Antonio Costa in Consiglio e Kaja Kallas agli Esteri.



SALVINI “ALLA ORBAN”: ”I GRUPPI UE SE NE FREGANO DEL VOTO DEGLI EUROPEI: LI MARCHEREMO AL CENTIMETRO”

Salvini ce l’ha soprattutto con socialisti e liberali, i primi battuti nettamente in Germania (del cancelliere Scholz), in Francia e Italia, i secondi con Macron sconquassati a Parigi e doppiati dalla leader di RN Marine Le Pen (alleata della Lega in Identità e Democrazia): secondo il vicepremier, ancora a “Dritto e Rovescio”, «I partiti che hanno perso non possono far nascere una Commissione fregandosene del voto degli italiani, dei francesi, dei tedeschi e degli spagnoli».

L’atteggiamento che sta venendo utilizzato per le nomine Ue, secondo Salvini è alquanto «irrispettoso» se non proprio «arrogante»: «se preferiscono la loro poltrona al voto popolare assicuro a nome dell’Italia e della Lega che li marcheremo centimentro per centimetro. Perchè i il voto dei cittadini conta, se i cittadini chiedono cambiamento a Bruxelles non possono fregarsene. Non glielo faremo passare». L’invettiva di Salvini stamane ha trovato un quasi pari commento nel leader ungherese Viktor Orban, protagonista in queste ore ai tavoli Ue anche per la possibile costituzione di un nuovo gruppo di Centrodestra da lanciare per la prima seduta del Parlamento Ue del prossimo 16 luglio (con il PiS polacco e altri parlamentari eletti, ne parliamo qui): secondo il Premier e leader di Fidesz, «L’accordo per i ruoli apicali europei fra Ppe, S&D e Renew è una vergogna e non si basa sul risultato delle elezioni». L’accordo sui Top Jobs, concludeva Orban arrivando a Bruxelles, non si baserebbe affatto sul merito e sui risultati delle Europee, anche perché se fosse stato così alle trattative avrebbero partecipato PPE, Socialisti e Conservatori, «Ma invece di Ecr c’è Renew, il che dimostra chiaramente che si tratta di un accordo basato sui partiti. È una vergogna». Secondo l’Ungheria, l’elettorato europeo è stato ingannato da un PPE che ha così formato «una coalizione di menzogne con la sinistra e i liberali. Non sosteniamo questo accordo vergognoso».