Matteo Salvini, leader della Lega, ha lasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti in seguito al suo incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi: “Abbiamo condiviso la necessità di un ritorno alla vita e alla normalità, laddove i dati scientifici lo consentano – ha asserito –. Già oggi ci sarebbero almeno sei regioni in cui si potrebbe riaprire, non ci può essere il rosso a vita, per decisione ideologica e politica. Il presidente Draghi condivide il percorso di riaperture, spero che tutti gli altri siano d’accordo”.
E ancora: “Se ci sono zone d’Italia che non hanno più problemi, deve essere conseguente la riapertura. Il mio auspicio, la mia speranza, è che già dalla metà di aprile le città italiane tranquille possano restituire lavoro, normalità, serenità e fiducia ai cittadini”. Il vero problema è che “in alcune regioni italiane sono finiti i vaccini per incapacità dell’Europa e non si può certo inoculare camomilla. Sostengo la proposta di Sicilia e Sardegna, che vogliono acquistare di tasca loro vaccini, anche all’estero, affinché divengano mete turistiche più sicure”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MATTEO SALVINI: “SPERANZA NON CAPISCE DRAMMA PARTITE IVA”
Nella lunga intervista a “La Verità” il leader della Lega Matteo Salvini torna ad appellarsi al Premier Draghi (di cui ribadisce la piena fiducia) sul tema centrale delle riaperture: «urgente allentare le restrizioni, ovviamente dove i dati lo consentono. Con le doverose cautele, l’Italia ha bisogno di tornare a vivere». In questo senso si ripropone lo scontro a distanza tra il segretario del Carroccio e il Ministro della Salute Roberto Speranza, già definito nei giorni scorsi dopo il confronto diretto avvenuto in parlamento «parla solo di rosso, rosso, rosso»: «chiusurismo a prescindere? Intanto abbiamo riaperto le scuole, mentre col governo Conte 2 avevano scelto la strategia fallimentare e costosa dei banchi a rotelle. L’impegno della Lega nel governo ha proprio la finalità di bilanciare l’approccio ideologico della sinistra e di Speranza: evidentemente non colgono il dramma di partite Iva, artigiani, ristoratori, aziende. Preferiscono discutere di ius soli e di poltrone», attacca ancora Salvini. Le proteste di questi giorni di ristoratori e lavoratori “disintegrati” dalle chiusure degli ultimi 14 mesi sono sempre più forti e la tensione sociale inizia a ribollire: per il n.1 della Lega la violenza «non è mai la soluzione, ma il 99 per cento delle persone che chiedono di poter tornare a lavorare lo fa in maniera pacifica e le aperture sono fondamentali per salvare milioni di famiglie e attività: è necessario allentare le restrizioni, nelle zone dove i dati sanitari lo consentono. Basta ideologia».
SALVINI CHIEDE LO SBLOCCO DEGLI SFRATTI
Salvini non rimpiange l’ingresso nell’esecutivo, nonostante le distanze evidenti con la sinistra su praticamente tutti i nodi dell’azione di Governo: «in due mesi non abbiamo più Arcuri, Bonafede, Azzolina ed è cambiato il Cts oltre a nuovo Capo della Protezione Civile», insomma l’accelerazione c’è stata e per l’ex Ministro è anche merito della presenza del Centrodestra nel Governo. Ora però occorre fare di più e il piano della Lega viene riassunto così da Salvini: «riaperture ragionevoli, rottamazione delle cartelle esaottirli, stop al blocco degli sfratti per chi non pagava prima del Covid, aiuti concreti per famiglie e imprese, piano vaccinale efficace con produzione del siero anche in Italia senza aspettare l’Europa lenta e pasticciona». Il leader del Carroccio aggiunge anche il tema mai dimenticato dell’immigrazione, «basta sbarchi a raffica, è impensabile chiudere in casa 60 milioni di italiani e poi spalancare i porti». Sul tema poi degli sfratti, il concetto viene meglio spiegato in un tweet in mattinata: «È necessario e urgente ripristinare la proprietà privata e restituire i loro diritti a 4 milioni di piccoli proprietari immobiliari, che non incassano affitti da tempo e ci pagano pure le tasse».