Matteo Salvini si schiera decisamente a favore della ripresa del campionato di Serie A. Ospite ai microfoni de La Politica nel Pallone su Rai GR Parlamento, il leader della Lega ha infatti preso posizione sulla ripresa del campionato, lanciando anche una stoccata alla posizione del governo e in particolare del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.



Ecco dunque le parole di Matteo Salvini: “Se muore il calcio, di rimando si fermano tutti gli altri sport. Chi è al governo sappia che in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro: mi auguro ci sia la riapertura entro giugno, altrimenti ci sarebbe un disastro. Qualcuno ha sottovalutato il problema, persino demonizzato il mondo del calcio, forse per scarsa conoscenza della materia, non sapendo che ci sono a rischio 300.000 posti di lavoro, tutto l’indotto del sistema calcio”.



Facile pensare a Spadafora, che ha sempre sostemuto come la priorità sia far ripartire lo sport di base, mettendo in secondo piano invece la ripartenza dell’attività di vertice. In particolare, aveva fatto molto discutere il post di ieri sera del ministro, che dopo avere liquidato la Serie A (“della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio”) aveva aggiunto “ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport e dei centri sportivi che devono riaprire al più presto”.

SALVINI: “LO STOP ALLA SERIE A METTE A RISCHIO TUTTO LO SPORT”

Una sorta di “guerra” fra ricchi e poveri che Matteo Salvini non condivide assolutamente. Il leader della Lega ed ex vice-premier infatti ricorda l’importanza fondamentale del calcio per la sopravvivenza dell’intero sistema sportivo italiano e punzecchia il ministro, pur senza fare nomi: “Invece spara sui ricconi del pallone – prosegue infatti l’intervento radiofonico di Matteo Salvini – per non parlare dei problemi degli altri. Se metà delle società professionistiche falliscono in caso di mancata ripartenza prima dell’estate, mi deve però spiegare dove prende quel miliardo per tappare il buco”.



Uno stop al calcio professionistico sarebbe dunque un colpo durissimo all’intero sistema e a tantissimi posti di lavoro. Ci permettiamo allora di aggiungere un aspetto che è sempre bene ricordare: i lavoratori di cui si parla non sono tutti calciatori di Serie A con contratti a molti zeri, ma sono spesso calciatori delle serie minori o giocatori di altri sport o ancora dipendenti a vario titolo delle società, dai magazzinieri ai massaggiatori alle segretarie in sede.

I dubbi sulla ripartenza del campionato sono più che legittimi, resta però la necessità di non creare una contrapposizione che rischia di fare male all’intero mondo dello sport.