«Prive di qualsiasi fondamento le ipotesi di una patrimoniale, di tasse sui risparmi, sui conti correnti degli italiani o su cassette di sicurezza. Siamo al governo per togliere, non per aggiungere tasse. L’unico ragionamento riguarda una ‘pace fiscale’ per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che ad Equitalia, al denaro contante», scrive in una nota il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo che le sue dichiarazioni a Porta a Porta ieri sono state lette dai quotidiani oggi come un avvallo alla tassazione sulle cassette di sicurezza e sui contanti legati. La “pace fiscale” è stata rilanciata giusto ieri dopo l’accordo trovato in Consiglio dei Ministri all’emendamento inserito nel Dl Crescita che di fatto riaccende e proroga i termini della rottamazione delle cartelle e dello “saldo e stralcio” che così tanti risultati aveva portato nell’ultima tranche scaduta il 30 aprile scorso. (agg. di Niccolò Magnani)



LA NUOVA “PACE FISCALE” DELLA LEGA

Matteo Salvini propone una tassa sul denaro fermo nelle cassette di sicurezza. Il ministro dell’interno lo ha spiegato durante la puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera. Parlando con Bruno Vespa, il leader del Carroccio ha ammesso: «Mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi, potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli». Si tratta di una sorta di “pace fiscale” sui contanti che gli italiani hanno fermi, senza essere investiti ne spesi, per aumentare in maniera sbrigativa le entrate. Secondo alcune stime, come riferisce l’edizione economica di Repubblica, si tratterebbe di una cifra che si avvicinerebbe ai 200 miliardi di euro, una somma importante che permetterebbe un’entrata massiccia nelle casse dello stato. Quella di Salvini di intervenire sulle ricchezze chiuse nei caveau delle banche, non è comunque nuova, e già il governo Gentiloni, ci aveva pensato.



SALVINI: “TASSA SUI CONTANTI NELLE CASSETTE DI SICUREZZA”

L’ex presidente del consiglio aveva infatti proposto una “voluntary disclosure”, con un’aliquota al 35%, e anche la Lega un anno fa di questi tempi, rilanciava l’idea ma con un’aliquota più bassa, fra il 15 e il 20%. Perché si punta a tassare questa ricchezza? Perché, come spiegato dal procuratore capo di Milano Francesco Greco nel 2016, si tratta quasi sempre di soldi “di provenienza illecita”. Una proposta quella di Salvini, che ha fatto scatenare gli oppositori, a cominciare dall’esponente del Partito Democratico, Luigi Marattini, che ha parlato di nuova patrimoniale in arrivo. pensa invece alla tradizione il ministro dell’economia, Giovanni Tria, che per racimolare i miliardi di euro necessari per ridurre il rapporto deficit-Pil di quest’anno, come richiesto espressamente dall’Unione Europea, punta a “maggiori entrate tributarie e non tributarie”, senza alcuna manovra correttiva bis. Obiettivo, far scendere di almeno 0.2 punti percentuali il deficit-Pil (ora al 2.4%), che significa racimolare fra i 3.6 e i 5.4 miliardi di euro.

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