LA VITTORIA DI TRUMP E LE CONSEGUENZE PER L’ITALIA: SECONDO SALVINI NON È UNA CATTIVA NOTIZIA PER L’EUROPA INTERA

Protezionismo, dazi, guerre e “isolazionismo”: la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti spaventa mezza Europa, quella tendenzialmente votata a sinistra, mentre da destra il sostegno al nuovo Presidente eletto è molto più netto, specie in Matteo Salvini che ha sempre sostenuto il Partito Repubblicano con il tycoon anche in tempi non sospetti. Dopo aver sottolineato già ieri sera ospite di “Porta a Porta” l’importanza per la vittoria repubblicana sul fronte delle guerre internazionali da condurre il più rapidamente possibile verso la pace («con Trump non saranno necessarie nuove armi all’Ucraina»), Salvini intervistato oggi da “Libero Quotidiano” racconta perché anche a livello più generale si può ritenere uno slancio positivo e una svolta la rielezione del tycoon alla Casa Bianca.



Il tema della pace per fermare i conflitti globali si unisce al taglio delle tasse e alla difesa dei confini: le scelte economiche folli prese dall’Europa fino ad oggi, racconta il leader della Lega, necessitano di decisioni pragmatiche come spiega la ricetta di Trump in America. Un “uomo del fare” che parla la lingua del Governo italiano: «meno tasse, difesa dei confini, tagli alla burocrazia e protezione di famiglie e imprese», sottolinea ancora il vicepremier a “Libero”. Il rafforzamento dei rapporti già ottimi tra Italia e Stati Uniti porterà a breve ad un viaggio verso Washington del Ministro dei Trasporti dall’amico alleato prossimo 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Il cambiamento offerto dalla “svolta trumpiana”, ricorda Salvini, può avvenire non solo sul fronte NATO ma anche sui temi economici che impegnano gli Usa (come dovrebbe fare anche l’Europa) ad una politica di tagli agli sprechi e ai legacci, quelli stessi che ancora frenano lo sviluppo dei vari Paesi Ue.



SCONTRO COI GIUDICI E CAOS TRASPORTI: LE RISPOSTE DEL VICEPREMIER MATTEO SALVINI

Nel corso dell’intervista al quotidiano fondato da Vittorio Feltri, Matteo Salvini ricorda il “countdown” verso la sentenza di dicembre sul processo Open Arms (-43 giorni) provando a spiegare come lo scontro tra magistratura e Governo in generale non esista; semmai, il vicepremier ravvisa una eccessiva quantità di magistrati di sinistra che sembrano intenzionati «a continuare la guerra contro il Governo». Come ha già detto sia Meloni che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, la situazione davanti è pericolosa e rischia di portare a conseguenze di instabilità istituzionale: che si arrivi poi alla condanna finale per Salvini viene visto dallo stesso come un segnale pessimo per la difesa della patria, sancita anche in Costituzione.



Stamane in collegamento con Radio Anch’io su Rai Radio1 è stato lo stesso Salvini a rispondere a distanza alle forti polemiche sollevate dai sindacati contro la Manovrafatico a parlare con chi come Landini incita alla rivolta sociale») e, soprattutto, al tema oggettivo dei tanti ritardi ferroviari che ogni giorno funestano i pendolari di mezza Italia (già sotto pressione per i tantissimi scioperi dei trasporti organizzati, l’ultimo giusto domani per l’ennesimo venerdì nero). In radio Salvini si è scusato ufficialmente con i tantissimi ritardi provocati sulle linee ferroviarie, ma al contempo spiega il perché di disagi potrebbero essercene ancora per molto tempo: «ad oggi ci sono 1200 cantieri aperti», spiega Salvini giustificando la presenza di imprese, operai e ingegneri su molti cantieri sparsi nel territorio. Per il leader leghista è un disagio da mettere in conto, dato che sul rinnovo della rete e il miglioramento dei trasporti «in passato qualcuno si occupava di altro». L’alternativa sarebbe non fare nulla ma questo porterà nel giro di pochi anni ad una rete ferroviaria di fatto ferma e vetusta: «Stiamo rinnovando tutti i binari e le tecnologie della rete ferroviaria nel nome della sicurezza».