Alla vigilia della manifestazione del Centrodestra a Roma in Piazza del Popolo, il leader della Lega Matteo Salvini rilascia un’intervista a La Stampa dove riassume in diversi “titoli” l’attuale agitata situazione politica, tanto del Governo quanto dell’opposizione. «Io un governo con il Pd non lo faccio. La via maestra sono le elezioni a settembre, nel giorno del voto per le Regionali e le comunali. La parola agli italiani. Un governo che litiga su tutto, immobile, con i cantieri fermi, è un danno al Paese», sentenzia il n.1 del Carroccio non accettando minimamente le critiche rivoltegli da Zingaretti quando ha parlato di un Paese allo sbando con più morti, esattamente come il Brasile di Bolsonaro, se solo ci fosse stato Salvini al Governo. Ecco la replica, durissima: «le dichiarazioni di un poveretto, di un miserabile, di un mentecatto, dovrebbe vergognarsi, indegno di un governatore. Scherzare sui morti non solo italiani come se i morti brasiliani avessero un colore politico. Semmai Zingaretti spieghi come sono stati utilizzati i 35 milioni spesi per materiale sanitario durante l’emergenza e andati a certe aziende».



SALVINI SFIDA BERLUSCONI “MAI COL PD”

Impossibile non toccare il tema magistratura, dopo le intercettazioni di Palamara sul suo conto e dopo il recente “caso-Berlusconi”: «C’è una magistratura più attenta con una parte politica e meno con il Pd. A leggere le intercettazioni di Palamara su di me e seguendo quello che è successo a Berlusconi mi sembra chiaro che ci sia un pregiudizio contro il centrodestra. La riforma della giustizia sarà uno dei cardini un del nostro prossimo governo». Su quanto è emerso con Berlusconi c’è un filo rosso unico che arriva fino ai processi contro Salvini, secondo il Segretario: «Sono gli stessi magistrati nelle loro intercettazioni che parlano di processo politico. Dopo Palamara non ho più dubbi ma certezze. Ma io, comunque, il 3 ottobre affronterò il tribunale di Catania con serenità. Ho la coscienza a posto»».



Inevitabile poi anche l’accenno a quanto ribadito ieri da Berlusconi – non senza polemiche all’interno del Centrodestra – sull’opportunità di un nuovo Governo con Forza Italia in appoggio: «ho sentito Berlusconi e mi ha detto che lui non sosterrà mai un governo nemico della proprietà privata, delle aziende, delle partite Iva. Berlusconi è anche un uomo d’azienda e mi ha assicurato che non fa governi pasticciati, con forze politiche che sono a favore della decrescita felice».

LA LEGA, LA CINA E IL MES

Prima di annunciare l’ok all’invito del Premier Conte per l’incontro con i partiti d’opposizione – «Ho ricevuto una mail da Conte che annuncia un prossimo incontro, non dice né dove né quando, ma a me interessa sapere su cosa. Noi andremo insieme a tutto il centrodestra e proporremo le nostre priorità per l’ennesima volta» – è il tema dei rapporti internazionali del nostro Paese a far riflettere il leader della Lega, impegnato a proposte sul fronte estero per un potenziale prossimo Governo a guida Cdx. «Critiche a Putin e Trump? Come Bolsonaro sono stati eletti dal loro popolo. La Cina è un regime, ha mentito sul coronavirus e sembra che abbia contribuito a diffonderlo. E poi viene in Italia a comprare i nostri porti, aeroporti e marchi alimentari. Lo sa che in commissione bilancio hanno bocciato un nostro emendamento per incentivare l’acquisto di monopattini e bici elettriche made in Italy? Questa maggioranza è inginocchiata alla Cina. Il regime comunista sta arrestando chi protesta ad Hong Kong mentre assistiamo al vergognoso silenzio di governo italiano e Europa».



Chiosa finale sull’eterno tema Mes, con distanza anche qui dalla proposta di adesione di Berlusconi: secondo Salvini «Fi fa parte del Ppe dove comanda la Merkel che sta insistendo più di tutti. Berlusconi lo fa per non dispiacere alla Cancelliera, ma lei fa gli interessi della Germania». Il rischio, conclude il Segretario della Lega, è che se si accettano i miliardi del Mes «quando vinco io le elezioni tempo un minuto mi chiederebbero di rientrare. Finché al governo ci sono gli innocui Franceschini e Gualtieri, e in Europa c’è Gentiloni, va tutto bene. Se al governo va il centrodestra ti impongono patrimoniale e legge Fornero».