«Perché rovinare il mese di agosto a famiglie ed a operatori del turismo?»: da questa domanda posta da Matteo Salvini sul green pass si è accesa la polemica a Controcorrente. Protagonista del diverbio Tommaso Labate, che ha replicato causticamente alle affermazioni del segretario federale della Lega: «Gli operatori del turismo sono tutti a favore del green pass». Altrettanto netto l’ex ministro: «Quelli che conosce lei, io ne conosco di diversi. A lei risulta che stiano arrivando delle disdette?».
«A me no, Salvini. A me risultano albergatori arrabbiati perché mancano i vaccini», la risposta di Labate, seguita dalla stoccata di Salvini: «E allora lei vive nel Paese di Heidi!». Il leader del Carroccio ha poi aggiunto: «Se uno su tre sta disdicendo la vacanza perché non può complicarsi la vita se ha dei figli, fortunamente a stasera i letti di terapia intensiva sono vuoti al 97%. Stiamo parlando di una situazione in cui bisogna essere attenti e rigorosi, ma fortunatamente aumentano i contagi ma non i morti».
SCONTRO SALVINI-LABATE SUL GREEN PASS
Ma non è finita qui. Tommaso Labate ha infatti incalzato Salvini sulla presenza di volti di spicco del suo partito nelle piazze per protestare contro il certificato verde: «L’altro giorno c’erano dei senatori della Lega in piazza, io ho visto quelle manifestazioni e non ci sono gli operatori del turismo. Quella gente non manifesta più in piazza. Non so se Salvini fosse contento che ci fossero esponenti della Lega in piazza…». Matteo Salvini ha commentato seccamente: «Per fortuna siamo in democrazia e non dobbiamo chiedere il permesso a Labate per manifestare. In piazza c’è tanta gente vaccinata, non ci sono alieni e no vax. Chiediamo cautela nel discutere della salute dei nostri figli e nipoti, non siamo no vax». E ancora: «Io ritengo che sia miope etichettare quelle centinaia di migliaia di persone scese in piazza come dei matti, fascisti, comunisti, complottisti e no vax: ci sono medici, scienziati e sportivi che chiedono rispetto. Criminalizzare i manifestanti mi sembra strano. Se parlamentari e sindaci decidono di andare alle manifestazioni, sono liberi di farlo».