Forse ancor di più di Toninelli, la Ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha rappresentato nell’anno e mezzo di convivenza nel Governo gialloverde la vera e propria “nemica interna” al Consiglio dei Ministri per il vicepremier Matteo Salvini. Il tema dei migranti, l’assistenza ai flussi e la gestione della Marina Militare e delle Forze Armate hanno rappresentato in queste tutte le emergenze delle navi Ong con carichi di migranti un acceso scontro tra Salvini e la Trenta; dopo la caduta del Governo ieri al Senato, e con ancora una doppia emergenza migranti in corso (l’Open Arms quasi conclusa, la Ocean Viking in arrivo) non poteva che acutizzarsi la distanza tra Viminale e Difesa. Secondo fonti del Ministero dell’Interno, evidenziato oggi con una lettera fatta pervenire all’Ansa e datata 19 agosto, «la Difesa ha modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nell’ambito delle operazioni di pattugliamento. Le nuove indicazioni, formalizzate ieri, per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo centrale denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell’immigrazione clandestina». Salvini stesso afferma che questa azione voluta dalla Ministra grillina Elisabetta Trenta, «Sono le prime prove tecniche di inciucio Pd-5Stelle sulla pelle degli Italiani». L’attacco durissimo arriva il giorno dopo la crisi di Governo e la “soluzione” del caso Open Arms con il sequestro dei pm di Agrigento che hanno così fatto sbarcare gli 83 migranti rimasti a bordo per 19 giorni nel Mediterraneo.
SALVINI VS TRENTA, ATTO FINALE
È inevitabile che a questo punto, la reazione della titolare della Difesa – che non ha mai tenuta nascosta la sua personale distanza dalle politiche di Salvini, pur accordandole e firmandole tutte nei Consigli dei Ministri di questo primo anno di esecutivo Lega-M5s – si fa assai più dura, non più tenuta a bada dall’alleanza del Contratto di Governo. «Caro Matteo, il tuo tentativo di screditare non solo me ma l’intera Difesa è inqualificabile», attacca la Trenta in un lungo post contro l’ormai ex collega Matteo Salvini. Utilizzando toni già visti ieri nel lungo discorso-atto d’accusa fatto da Conte in Senato, la Ministra della Difesa scrive sui social «le istituzioni non sono le nostre e che noi diamo solo l’indirizzo. Impara a rispettare il ruolo delle istituzioni e a non appropriartene». Ancora entrando nel merito della critica mossa da Salvini, la Trenta rilancia «In una riunione in cui eri presente ho disposto di intensificare l’attività di polizia marittima. Le navi della Marina Militare non hanno scortato la nave Ong ‘Open Arms’ per far sbarcare a Lampedusa i migranti; bensì come da sollecitazione del Tribunale dei minori di Palermo erano pronte a intervenire in favore dei minori a bordo, il mare era forza quattro in aumento e la nostra Marina era predisposta eventualmente a prestare loro soccorso. Sei stato bravo a piegare ogni cosa a tuo vantaggio ma questo metodo non funziona più». La chiosa è se possibile ancora più dura: «Ho rispedito sempre ogni attacco al mittente e lo faccio oggi con ancor più convinzione, quando ormai hai rivelato i tuoi veri obiettivi. La difesa dei confini è un compito dello Stato che deve essere esercitato dai ministri competenti con rigore, e nel rispetto delle leggi e delle competenze delle Forze Armate e di Polizia che vi sono impegnate». A dar manforte alla Trenta ci pensa anche il gruppo M5s che su Facebook attacca l’ex alleato della Lega, «È stato proprio il Viminale, in una lettera alla Difesa, a dire che un eventuale incremento del pattugliamento aeromarittimo svolto da Mare Sicuro avrebbe provocato un fattore di attrazione per i migranti. Dunque Salvini in questa lettera intimava di non incrementare Mare Sicuro».