A poche ore di distanza dall’annuncio da parte del Vaticano di procedere alla canonizzazione del vicebrigadiere-eroe dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, il Corriere della Sera ha raggiunto il fratello – oggi 87enne – Alessandro per commentare l’importantissima decisione che porta il suo ‘fratellone’ ad un passo dalla beatificazione che richiederà la conferma del compimento di un miracolo: partendo proprio dalla scelta del Vaticano, il fratello di Salvo D’Acquisto ricorda che “all’inizio del processo” ecclesiastico “avevo accolto tutto con distacco“, salvo poi riconoscere che “la canonizzazione ha cambiato le cose” affibbiando all’eroico vicebrigadiere – oltre all’ovvio riconoscimento per il suo “sacrificio” – anche l’etichetta di santo intento a seguire “un disegno divino“.
Se potesse chiedere oggi al fratello Salvo D’Acquisto di compiere un miracolo, senza alcuna esitazione – ma confessando anche avendolo davanti la primissima cosa che farebbe sarebbe “abbracciarlo forte” – Alessandro sostiene che propenderebbe per “l’intercessione con Dio per ristabilire la pace nel mondo“; mentre allargando lo sguardo sull’intero processo di canonizzazione racconta anche di aver visto “due coincidenze fra Salvo e Padre Pio“: da un lato il fatto che “entrambi sono morti il 23 settembre”, anche se – ovviamente – in epoche diverse; mentre dall’altro lato il fatto che “l’iter della Chiesa iniziò per loro nel 1983” rendendo oggi suo fratello “Venerabile” e Padre Pio un vero e proprio santo.
Il fratello di Salvo D’Acquisto: “Dopo la sua morte nostra madre Ines non si riprese più”
Tornando indietro con la mente ai ricordi d’infanzia, Alessandro racconta degli spensierati “natali insieme” a Salvo D’Acquisto “quando tornava dall’Africa” e tutta la famiglia si raccoglieva attorno alla tavola: “Era affettuoso [e] protettivo“, anche quando “le mie sorelle lo prendevano in giro [perché] ad appena 18 anni era in divisa” seguendo le orme del “nonno materno” e di “diversi zii paterni”; peraltro riuscendo a farsi promuovere “sottufficiale (..) in meno di quattro anni” dall’ingresso nell’Arma.
Sulla morte di Salvo D’Acquisto, il fratello ricorda che avvenne – appunto, con un vero e proprio gesto eroico – dopo che “senza esitazioni (..) si dichiarò colpevole per salvare i 22 ostaggi” che qualche anno più tardi la famiglia del Carabiniere ebbe anche modo di conoscere; ma ricorda anche che loro seppero della fucilazione “solo nel 1944, un anno dopo” con un vero e proprio “colpo al cuore” – al punto che “mamma Ines non si riprese più” – che su unì anche alla morte “nel 1945 [di] mio fratello Rosario di 13 anni”.