Saman Abbas e la tragica fine della sua esistenza sono al centro della puntata di Un giorno in pretura in onda sabato 14 settembre 2024, in seconda serata, su Rai 3. Il programma di Roberta Petrelluzzi porta il pubblico nell’aula della Corte d’Assise di Reggio Emilia dove si è celebrato il processo di primo grado a carico dei parenti della 18enne uccisa a Novellara nel 2021, con un focus sulle posizioni degli imputati per l’omicidio e l’occulmento del cadavere (ritrovato oltre un anno dopo la scomparsa, nel 2022, sepolto in un casolare non lontano dall’abitazione in cui fu immortalata per l’ultima volta la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio dell’anno precedente).
Alla sbarra sono finiti i genitori di Saman Abbas, Nazia Shaheen e Shabbar Abbas – entrambi catturati dopo una latitanza in Pakistan (prima il padre e poi la madre) a conclusione di una fuga iniziata all’indomani del delitto e condannati all’ergastolo -, i cugini della ragazza, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz – assolti –, e lo zio Danish Hasnain, condannato a una pena di 14 anni di reclusione.
Saman Abbas chi era: 18 anni, l’amore per Saqib e la “condanna a morte”
Saman Abbas, 18enne di origine pakistana residente in Italia con i familiari, secondo una prima ricostruzione dell’omicidio fu assassinata dalla famiglia per la sua resistenza a un matrimonio forzato combinato dai genitori in Pakistan. Un movente che, come vedremo tra poco, secondo i giudici di Reggio Emilia non avrebbe pieno riscontro nelle evidenze investigative che avrebbero portato al processo.
Dietro questa narrazione, la più “quotata” a favore di cronaca, si celerebbe un’altra verità: i coniugi Abbas avrebbero condannato a morte la figlia 18enne perché, all’epoca dei fatti, sarebbe stata pronta a una nuova fuga e volevano impedirla a tutti i costi (dopo quella che l’aveva vista rifugiarsi in una comunità). Saman è morta mentre si preparava a vivere il suo amore per il fidanzato, Ayub Saqib, lontano dal controllo e dalle imposizioni dei parenti. Come si legge nelle movitazioni della sentenza di condanna a carico di madre, padre e zio della giovane, “i genitori l’hanno letteralmente accompagnata a morire” quando, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 una telecamera esterna alla loro abitazione di Novellara riprese la ragazza per l’ultima volta prima del suo tragitto verso la fine. La Corte d’Assise emiliana non esclude che proprio la mamma della vittima, Nazia Shaheen (catturata in patria ed estradata in Italia 3 anni dopo il delitto), sia l’esecutrice materiale dell’omicidio.
Saman Abbas, perché è stata uccisa dalla famiglia? Giudici: “Il movente non fu il matrimonio combinato”
I giudici hanno ricostruito in sentenza il profilo del presunto movente dell’omicidio di Saman Abbas, spazzando via, di fatto, il resoconto degli eventi inizialmente ritenuto più plausibile. La 18enne non sarebbe stata uccisa per essersi opposta alle nozze forzate con un cugino individuato dai genitori e a lei inviso, ma perché meditava una nuova fuga dalla famiglia per stare insieme al giovane fidanzato Saqib con cui viveva una relazione osteggiata dai parenti.
A casa di Saman, la notte della sparizione si sarebbe consumata prima una lite, “discussione finale” tra la ragazza e i parenti dovuta alla scoperta del fatto che frequentava ancora Saqib e che fosse determinata a fuggire nuovamente per “emanciparsi” dalla dinamiche familiari. “Se vi è un dato che l’istruttoria e la dialettica processuale hanno consentito di chiarire – si legge nelle motivazioni della sentenza circa il movente – è che Saman Abbas non è stata uccisa per essersi opposta ad un matrimonio combinato/forzato“.